È estate e i mesi difficili del Covid sembrano lontani, ma per evitare una nuova ondata è necessaria una sola parola: prudenza. Il direttore delle Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria Guido Chichino ricorda alcuni semplici comportamenti da seguire: “Dallo scorso gennaio il Covid ha letteralmente cambiato il mondo e la vita di tutti noi. L’Italia e gli italiani hanno dimostrato un enorme senso di responsabilità, che deve continuare con l’utilizzo della mascherina, il distanziamento sociale, il lavaggio delle mani e tutte le buone pratiche che ci vengono ricordate dal Ministero della Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità. Fortunatamente abbiamo superato i mesi più difficili, che in questa calura estiva, ci sembrano così lontani, ma tutti ricordiamo il numero impressionante di contagi, ricoveri e decessi. Grazie ai sacrifici messi in atto con il blocco di tutte le attività si è riusciti a contenere la diffusione del virus e a ritornare in una situazione di normalità, ma modificata. Il virus infatti non è scomparso ma è presente in soggetti detti “portatori”, difficili da identificare perché privi di sintomi. Di contro è molto probabile che esistano parecchi soggetti con tampone positivo ma scarsamente contagiosi. Questi sono gli aspetti contraddittori ed ancora poco noti di questa infezione virale che conosciamo solo da pochi mesi e che ci riserva ogni giorno delle sorprese. Però il SARS-CoV-2 è pur sempre un coronavirus e come tale si comporta per alcune peculiarità che vanno considerate nell’imminenza delle vacanze estive”.
Ma quali sono i comportamenti davvero a rischio? Continua Chichino: “Innanzitutto il virus è sensibile ai raggi ultravioletti e pertanto la sua diffusione è contrastata negli spazi aperti e soleggiati. Fare vita da spiaggia pertanto espone ad un rischio limitato. Lo stesso vale per la vita in montagna. Particolare cautela invece occorre prestare nei luoghi di svago chiusi ed affollati. Ed è proprio questo concetto – la “prudenza” – che ci deve guidare in questa estate e nella ripresa autunnale. Non ci sono prove definitive sul fatto che il virus sia mutato, ma l’impressione è che abbia esaurito la sua carica patogena. Questo non vale ancora per le popolazioni extracomunitarie, dove l’infezione è ancora florida. Pertanto grande attenzione va posta nei contatti stretti con gli stranieri, sia che arrivino dall’Africa o dalle Americhe. In generale, bisogna essere prudenti nei contatti stretti. Nessuno può sapere quale sarà l’evoluzione dell’infezione nel tempo, ma di una cosa ormai siamo certi: questo coronavirus non è sparito ma è ormai endemico, così come lo sono i virus della mononucleosi, della malattia citomegalica, del raffreddore o di altre decine di virus, che circolano nella popolazione senza per questo distruggere l’economia di una nazione”.