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La Regione Piemonte voleva premiare gli operatori sanitari ma il Governo ha bloccato il provvedimento

«Mi pregio di informare il ministro Boccia che, anche senza l’impugnazione della norma piemontese da parte del Governo, la Ragioneria dello Stato, con la nota del 6 luglio, agli atti, contesta la quantità di risorse stanziate e le modalità di utilizzo. Chiedo una norma di interpretazione autentica o un pronunciamento diverso della stessa Ragioneria dello Stato. Dispiace che tutto il dialogo condotto con il Ministero della Salute e dalle Regioni con i sindacati venga vanificato in questo modo. Noi siamo tutti dalla parte dei nostri lavoratori».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, replica al ministro Francesco Boccia, sulla contestazione della legge regionale del Piemonte che consente di aumentare la premialità per il personale sanitario con le risorse regionali.


«È abbastanza surreale che una Regione con le risorse dei propri cittadini non possa decidere di assegnare un riconoscimento economico a chi per mesi è stato in trincea a salvare la vita di migliaia di persone, mettendo ogni giorno a rischio la propria – dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Se necessario andremo personalmente a Roma per spiegarlo ai ministri Boccia e Speranza, perché l’autonomia è proprio questo. Poter disporre delle proprie risorse per ciò che una Regione ritiene prioritario. E dire grazie, seppur con un piccolo riconoscimento che non ripaga certamente di tutto quello che è stato fatto, non è solo un nostro diritto ma un dovere nei confronti dei nostri medici, infermieri, Oss e di tutto il personale sanitario del Piemonte. Non può essere Roma a decidere come spendiamo i soldi dei piemontesi. Non lo accetteremo».

Sul piano tecnico, l’assessore Icardi sottolinea che “i rilievi della Ragioneria dello Stato hanno portata nazionale, non solo per i lavoratori piemontesi, andando a dimezzare le disponibilità delle risorse regionali stanziate a favore dei dipendenti dei Servizi sanitari nazionali e incidendo anche sull’utilizzo delle stesse”.

«La beffa per tutti i lavoratori della Sanità italiani e per le regioni – osserva Icardi – è reale. Se non vi sarà l’intervento tecnico politico chiesto ieri con lettera del presidente Bonaccini, molte Regioni non potranno pagare e qualcuno dovrà chiedere la restituzione ai lavoratori».

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