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La Finanza di Novi arresta tre persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata per avere soldi pubblici

I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Novi Ligure, a conclusione di una complessa ed articolata indagine di Polizia Giudiziaria coordinata dal Procuratore Aggiunto Dott. Tiziano Masini, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria, hanno dato esecuzione a tre ordinanze di applicazione di misura cautelare (due degli arresti domiciliari e una dell’obbligo di dimora) nei confronti di altrettanti soggetti, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, realizzata mediante mendacio bancario, fatturazioni per operazioni inesistenti e formazione fittizia di capitale sociale.

In particolare, le fiamme gialle novesi hanno scoperto un ampio ed articolato sistema di frode posto in essere da parte di più soggetti operanti nelle province di Alessandria, Milano, Genova e Parma, i quali, mediante la costituzione e/o acquisizione di società “cartiere” e l’utilizzo di riserve statutarie/straordinarie artatamente precostituite con utili d’esercizio (a loro volta generati illecitamente con la redazione e presentazione di bilanci falsi), ottenevano finanziamenti, anticipazioni su fatture e leasing di autoveicoli anche di lusso, facendo altresì ricorso al Fondo di garanzia previsto per le P.M.I. ex Legge 662/96.


Quest’ultimo garantisce tutte le operazioni finanziarie direttamente finalizzate all’attività d’impresa concesse da un soggetto finanziatore (banca o altro intermediario finanziario). La garanzia copre, di norma, fino ad un massimo dell’80% dell’importo dell’operazione finanziaria e fino ad un importo massimo garantito per beneficiario di 2,5 milioni di euro.

Le condotte illecite costituite, nel caso di specie, in fatturazioni per operazioni inesistenti e presentazione di bilanci falsi, con indicazione di capitale sociale fittizio, avvenivano previa acquisizione di società in grave stato di decozione, ovvero mediante la costituzione di imprese ad hoc (tutte Srl), rivelatesi in realtà essere delle vere e proprie “scatole vuote” amministrate solo formalmente da prestanomi compiacenti. L’attività svolta ha consentito di scoprire una vasta rete composta da 17 società, segnalate all’Autorità Giudiziaria per la violazione dell’art. 24 del D.Lgs 231/2001 in materia di Responsabilità amministrativa degli enti e da 34 soggetti, denunciati, a vario titolo, per associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, formazione fittizia di capitale e mendacio bancario. Le indagini hanno permesso di acclarare che tutti i soggetti coinvolti erano tra loro strumentalmente collegati e capeggiati dal cosiddetto “consulente finanziario” quarantenne C.P., unico “dominus” del sodalizio criminale.

Il servizio, nel suo complesso, ha permesso di evidenziare un totale di finanziamenti richiesti pari ad 6.740.000 ed un totale di quelli ottenuti pari ad € 3.640.000, questi ultimi garantiti per € 2.504.400 dal fondo ministeriale in argomento. Allo stato delle indagini, risultano essere state già rimborsate garanzie pari ad € 653.412, quest’ultimo importo costituente, allo stato, l’effettivo danno subito dalle casse dello Stato. Peraltro, risultano essere state altresì attivate ulteriori garanzie, per € 771.084, tutt’ora in fase di liquidazione (ma sospese per l’intervento investigativo). A fronte del suddetto danno erariale, è stata, altresì, proposta la misura cautelare patrimoniale del sequestro preventivo in relazione ai conti correnti e alle disponibilità liquide dei soggetti coinvolti ovvero, anche nella forma per “equivalente” con l’aggressione dei beni personali degli indagati.

L’attività di servizio svolta, oltre a confermare il costante presidio operato  dalla Guardia di Finanza a contrasto dei fenomeni fraudolenti di maggior pericolosità nel  settore  delle Uscite di bilancio dello Stato, salvaguardando il corretto impiego dei fondi pubblici a sostegno e stimolo per la crescita produttiva ed occupazionale, ha di fatto scongiurato possibili ed ulteriori commissioni di condotte illecite  analoghe,  nel rinnovato quadro Nazionale in materia di  finanziamenti previsti a favore della P.M.I. per favorire la ripresa economica post-COVID 19, terreno che potrebbe essere obiettivo delle organizzazioni criminali più agguerrite.

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