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Col Coronavirus “saltati” 70mila matrimoni, la Floricoltura dice addio a 200 Milioni di euro

A oggi sono 70mila i matrimoni saltati, causa Coronavirus, secondo Cia che diffonde i dati Istat ed evidenzia l’ombra del disastro dal punto di vista economico per tutte le imprese legate al business dei matrimoni, in primis il settore del fiore reciso italiano, secondo in Europa solo dopo l’Olanda.

I floricoltori hanno, infatti, già perso 200 milioni di euro con la sospensione dei matrimoni nel quadrimestre marzo-giugno, cifra che si deve raddoppiare con lo stop di tutte le altre cerimonie civili e religiose (battesimi, comunioni, cresime e funerali) e la soppressione di feste di laurea, convegni, eventi pubblici, fiere e assemblee, che ha dato il colpo di grazia al comparto, con imprenditori costretti a mandare al macero milioni di steli ormai sfioriti (più di 400 le varietà in commercio).


Spiega il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio: “C’è preoccupazione anche per l’emendamento del bonus matrimonio nel Dl Rilancio, che introdurrebbe una detrazione per le spese che si sosterranno dal 1° gennaio 2021, convincendo a rimandare la cerimonia all’anno prossimo le restanti 120mila coppie ancora indecise sulla possibilità di sposarsi nel secondo semestre 2020. Il rinvio infrangerebbe le aspettative dei professionisti del settore, che speravano in una ripresa a partire dall’estate e che dovranno, invece, cancellare un’annata intera, rimanendo senza risorse e con tanti conti da saldare, a partire da quelli di smaltimento dei fiori invenduti, che si aggiungono al danno del mancato profitto”.

Commenta Patrizia Trucco, floricoltrice a Rivalta Bormida: “In poche settimane mi sono saltati tre matrimoni, e una cerimonia di questo tipo comporta una spesa di oltre mille euro, generalmente. Avrei dovuto addobbare molte chiese nei paesi a me limitrofi anche per comunioni e cresime, saltate anch’esse. Se ne parlerà il prossimo anno, a maggio. Con le lauree non si può fare il conto perché sono scelte sempre dell’ultimo minuto. Anche l’assenza delle sagre comporta per noi una perdita, mancando i banchi di vendita nelle serate. E poi le autostrade chiuse comportano l’assenza dei liguri nelle loro seconde case qui nei nostri dintorni: non venendo più, non acquistano fiori e non ci commissionano la manutenzione del loro verde. Sono tutti piccoli pezzi che insieme creano un grave danno”.

Cia rilevare come altri Paesi europei stiano facendo per il settore meglio dell’Italia. In Olanda, è stato stanziato per il settore floricolo un fondo da 600 milioni, ma anche in Francia e Germania sono state approntate misure importanti a sostegno dei produttori. Per sopperire alle necessità delle aziende floricole che hanno bisogno di liquidità immediata, oltre a quanto già previsto nel Dl Rilancio, sarebbe di sollievo l’annullamento per un anno dei contributi previdenziali, oltre a indennizzi a fondo perduto, senza i quali non si potranno avviare a settembre i nuovi cicli colturali per la ripresa delle attività.

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