Anna ha conosciuto la vedovanza appena trascorso il decimo anno di matrimonio, sorretta dai figli: Maria, Margherita, Bonifacio.
La giovane incontra le difficoltà maggiori nelle responsabilità enormi necessarie per la guida del marchesato, proprio nel momento delle lotte per la supremazia sul territorio della Penisola, soprattutto è ambito il Monferrato tra Carlo V e Francesco I; nonostante l’età fragile riesce a tener testa in un mondo assetato di potere.
La giovane, trovandosi in questa delicata situazione vende i propri beni, compresi quelli della sua famiglia, da cui ricava le somme di denaro necessarie per pagare quanto richiesto dagli invasori; del resto non possiede un esercito per combattere il minaccioso ingordo nemico, ben agguerrito.
Le lotte per la conquista del suo territorio sono atroci, sceglie di vivere nella residenza dell’Oltre Tanaro nel suo castello di Acqui, ciò non le impedisce di seguire le vicende belliche, oltretutto le permette di essere a disposizione dei suoi sudditi per ogni evenienza.
Anna è sensibilissima all’arte, sotto il suo dominio sono sorti palazzi, il più rappresentativo è quello di Casale contrassegnato, ancor oggi, con il suo nome; ha edificato inoltre: cappelle, chiese, monasteri, torri con il plauso sia di donna come di principessa, soprattutto elogiata dai contemporanei, siano monferrini, stranieri; persone semplici oppure nobili.
L’improvviso decesso del prediletto figlio Bonifacio, avvenuto nel 1530, l’ha profondamente addolorata, nonostante l’Imperatore Carlo V l’abbia confermata governatrice del Monferrato; un incarico, seppur prestigioso, è stato accolto con l’amarezza nel cuore, tuttavia ha saputo accattivarsi l’affetto della popolazione, sempre riguardosa nei confronti della loro Sovrana, fin quando chiude definitivamente gli occhi a Casale il 9 ottobre dell’anno 1562, con la tristezza della scomparsa d’un figlio. Il suo corpo riposa presso il monastero di Santa Maria delle Grazie.
Franco Montaldo