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L’Autostrada A26 è un cantiere a cielo aperto: 4 ore per arrivare al mare e si teme per il turismo

Dopo il tragico crollo del viadotto Polcevera di Genova, più noto come Ponte Morandi od anche ponte delle Condotte, pare che d’improvviso ci si sia accorti della necessità di manutenzione – costante – di strade ed autostrade che, tuttavia, già da molto prima dell’accaduto erano state a lungo trascurate. Ma a carico di chi, i costi per (la ri-costruzione ed il mantenimento di) tali opere? Pagare inoltre per i disagi subiti sembra adesso essere divenuta, maggiormente, diffusa e resistente consuetudine. Ed è così che, a questo proposito, riportiamo un episodio verificatosi venerdì 19 giugno.

Alcuni viaggiatori, entrati alla stazione autostradale di Borgo D’Ale, tronco A4 Torino – Milano, alle h. 19:27 sono arrivati a destinazione ben quattro ore dopo. Sono ovvero usciti al casello di San Bartolomeo al Mare, tronco A10, alle h. 23:33; pagando il pedaggio di Euro 19,20. La causa del tempo di percorrenza quasi raddoppiato dovuto a code per prolungati arresti e rallentamenti da continui cambi di carreggiata per lavori in corso. La domanda che dunque sorge spontanea è: era fattibile od invece impossibile portarsi avanti nei mesi precedenti, sfruttando la quasi assenza di veicoli in giro per l’Italia e dall’estero in modo da tentare di evitare disagi proprio al principio dell’estate, quando tantissime famiglie e giovani cominciano a spostarsi per i weekend e per la villeggiatura?


Il primo tappo a 4 km dall’area di parcheggio di Tagliolo, per poi ripartire con una circolazione quasi normale alle ore 22 ma su un’unica corsia a senso alternato. Numerosi i camion e alcuni fermi. Il tutto sotto 22 gradi, successivamente scesi a 18. Tanti i veicoli svizzeri e lombardi, diretti nella Riviera Ligure.

Dallo svincolo di Genova Voltri ripresa la disponibilità di tre corsie, per scendere a due corsie ad Arenzano. A Celle Ligure di nuovo rallentamenti e ancora coda, a scorrimento lento, ad Albissola e da Savona a Feglino.

Massacranti altresì i dirottamenti per la presenza di operai a Loano e da Pietra Ligure ad Albenga, ove è infine ripreso il regolare scorrimento.

Raggiungere il mare o rientrare a casa dal lavoro fuori sede, sempre più sovente è un’impresa epica.

Giulia Quaranta Provenzano

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