«Il mese di giugno è stato caratterizzato da una forte instabilità con ripetuti fenomeni temporaleschi molto violenti e precipitazioni intense spesso associate a grandine e forti raffiche di vento. Dobbiamo, dunque, abituarci nei prossimi anni a convivere con un clima simile a quello dei tropici: è pertanto fondamentale che le nostre città e le nuove opere pubbliche debbano tener conto di questa mutata situazione iniziando a utilizzare nuovi materiali drenanti per mitigare gli effetti delle piogge al suolo, mettendo in cantiere con i prossimi fondi europei anche opere di potenziamento delle reti idriche per convogliare e smaltire velocemente le crescenti quantità di acqua». Così l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati commenta i dati dell’ultimo report di Arpa sui piovaschi in Piemonte.
Domenica 7 giugno 2020, forti temporali, accompagnati da grandine, hanno interessato il Piemonte. In particolare, nel pomeriggio un violento temporale ha colpito Santena (TO) e Villanova d’Asti (AT), con precipitazioni di breve durata ma molto intense. Il pluviometro della rete meteoidrografica di Santena (TO) ha registrato 52,6 mm in 30 minuti alle 19:40. Nelle stesse ore anche la pianura settentrionale è stata interessata da temporali forti e locali grandinate a Piverone (37,6 mm in un’ora).
Precipitazioni più persistenti si sono concentrate sul verbano con accumuli significativi: Cannobio (VB) 184,2 mm e Pallanza (VB) 174,2 mm in 24 ore.
Durante la settima 8-14 giugno, rovesci e temporali hanno interessato tutta la regione con due eventi particolarmente intensi nel torinese e nell’alessandrino. Nel secondo, che ha colpito la zona tra Vercelli e Crea, sono state registrate precipitazioni con intensità orarie superiori ai 35mm/h, con valori cumulati al suolo di circa 70 mm. Il temporale che ha interessato la zona tra San Mauro e Superga, a causa dell’effetto di amplificazione della collina, è stato caratterizzato da intensità molto forti e il radar meteorologico ha stimato puntualmente valori di pioggia cumulata superiori ai 100 mm.
«Queste situazioni – conclude Marnati – dovrebbero spingere tutti a una riflessione in materia di opere pubbliche per la cui realizzazione occorre l’impiego di materiali tecnologicamente avanzati per aumentare la resilienza dei territori prevenendo danni economici e alle persone»