Rinviata per il Coronavirus, Tortona riprende la celebrazione del suo santo Patrono San Marziano.
Naturalmente però senza tutte quelle manifestazioni che erano state programmate.
L’appuntamento con la città (ma senza assembramenti e a debita distanza è per Domenica 7 giugno presso la Cattedrale di Tortona, alle ore 10.30 con la Santa Messa presieduta dal Vescovo Vittorio Francesco Viola alla presenza delle Autorità cittadine
con venerazione dell’urna e preghiera a S. Marziano
Come nasce la figura del “patrono”
nel mondo romano Nella Roma antica il patrono (in latino patronus =
“protettore”, da pater = padre) era un cittadino di una certa autorevolezza, che aveva un
particolare legame sociale e politico, con rilevante significato anche etico-religioso, detto
“di patrocinio”, ossia di protezione, verso schiavi affrancati o plebei indigenti.
nella Chiesa Fino al Decretum super electione sanctorum in patronos di papa
Urbano VIII (23 marzo 1630) la scelta dei santi patroni dei luoghi era operata
indistintamente dalla Chiesa e dalle istituzioni civili e talvolta tale scelta cadeva anche su
santi non canonizzati. Col decreto il pontefice impose regole severe per l’elezione dei santi tutori, rendendo obbligatoria l’approvazione pontificia e imponendo un iter che prevedeva il voto ufficiale dell’ordinario diocesano, del clero secolare, di quello regolare e della popolazione del luogo interessato dal patrocinio, per poi trasmettersi l’incartamento alla Congregazione dei Riti per una meticolosa analisi dello stesso.
S. Marziano tra storia e tradizione
nella tradizione la tradizione ci presenta Marziano come appartenente alla nobile “gens marcia”, nato a Roma intorno al 40 d.C.; qui avrebbe ascoltato la predicazione di S. Pietro (presente a Roma dal 42 d.C.), consacrato sacerdote verso i 35 anni e poi vescovo, sarebbe stato inviato a Tortona sul finire del I secolo. “Con le sue eccezionali doti di Pastore coltivò il campo affidatogli dalla Provvidenza per circa quarantacinque anni”;
incarcerato e condannato a morte da Sapricio, inviato dell’imperatore Adriano, essendo
evidentemente “civis romanus” (cittadino romano), come S. Paolo, fu martirizzato
mediante decapitazione. Si era negli anni tra il 118 e il 122 d.C., cioè prima metà del II
secolo dell’era cristiana.
nella storia Allo stato attuale delle ricerche e degli studi, la figura di S. Marziano non può essere verificata con metodo scientifico-storiografico; tuttavia, l’antichità e la diffusione del suo culto sono così ampiamente documentate da aver indotto
la più recente storiografia ad accantonare la diatriba, sorta tra il XIX e il XX secolo, tra
alcuni dei più importanti storici piemontesi dell’epoca, divisi tra sostenitori
(Alessio,1903 ) e critici (Savio,1898) nei confronti della sua effettiva esistenza.
Oggi, l’interesse degli studi si concentra piuttosto sulla prima diffusione del cristianesimo in area tortonese e tiene nel debito conto l’intreccio inestricabile prodottosi nel tempo tra storia e tradizione; in quest’ottica si rivela più importante cogliere il significato di una figura come quella di S. Marziano – e del suo ideale successore Sant’Innocenzo – che, benché incerta sul piano storico, è fondamentale per l’identità della chiesa e della cultura tortonese.