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Come preventivare per tempo l’obiettivo di vita di una serena istruzione qualificata. Di Giulia Quaranta Provenzano


Oggi andiamo a fare un approfondimento sui progetti di vita delle famiglie italiane, in particolare ci concentreremo sui costi degli studi universitari. Ci focalizzeremo cioè, appunto, sull’impegno dei nuclei famigliari ad accompagnare e sostenere figli e nipoti nell’obiettivo dell’avere un’istruzione qualificata, universitaria (che possa dare, in qualche modo, maggiori opportunità di lavoro e di reddito?).

Secondo una stima OCSE solo il 18% degli italiani è in possesso di una laurea e proprio per questo motivo andiamo ora ad analizzare il tema dei costi del titolo di studio più alto.


La fonte Federconsumatori rivela che per gli studenti in sede la spesa per gli studi universitari è di massimo 3000 euro all’anno, cioè principalmente legata alle rette ed ai testi ma per gli studenti fuori sede il costo dell’Università è notevolmente più oneroso, ovvero dialmeno 9000 euro all’anno. Infatti in città come Roma, Milano, Bologna una stanza singola costa in media 450 euro mensili, poco meno al Sud. All’onorario per l’affitto della camera bisogna aggiungere poi le caparre, le spese per la casa quali luce, acqua e gas, per il cibo, per i trasporti urbani e per i viaggi di ritorno nelle feste. Spese inoltre per le attività sociali incluso sport, cura della persona e abbigliamento – e  rimango, in primis, ovviamente sempre quelle per libri e materiale didattico, le tasse universitarie. Ecco dunque come si abbisogna di cifre importanti: di 27 MILA EURO per una laurea triennale e 45 MILA EURO per una laurea magistrale, per cui è fondamentale programmare per tempo tali esborsi andando ad individuare quelle forme di risparmio ed investimento che permettano di raggiungere lo scopo prefissato. Per molte famiglie affrontare costi così elevati in un breve lasso temporale si rivela difficile, in relazione al fatto che è in precedenza mancata una corretta pianificazione finanziaria assicurativa attraverso premi unici ed altresì piani di accumulo di medio o lungo termine.

L’evidenza per la quale i costi d’istruzione universitaria piuttosto elevati, incide persino sui motivi di abbandono delle stesse Facoltà. Il reddito medio delle famiglie italiane non supera i 2500 euro al mese e, soprattutto quando manca il supporto delle borse di studio, tantissimi giovani sono scoraggiati in partenza. Ed ancora, a tal proposito, una rilevazione ISTAT indica che il 10% circa degli studenti abbandona per motivi economici, impossibilitati ad affrontare e farsi carico degli importi necessari al mantenimento. Pressappoco il 30% si ritira per dedicarsi a cercare attivamente lavoro, fattore in parte connesso alle difficoltà economiche inerenti la condizione del riuscire e finire di studiare con successo.

Cosa stanno facendo le Istituzioni per incoraggiare la gioventù a proseguire nella propria formazione? I dati OCSE non sono incoraggianti: dimostrano che, in Italia, la spesa pubblica annuale per studente universitario è di 9352 euro contro una media europea di 13125. Non sono rare le situazioni in cui le Regioni riducono le borse di studio, dichiarando di riuscire a sostenere solamente una determinata percentuale degli idonei, lasciando diverse migliaia di famiglie non abbienti e però con figli meritevoli senza aiuto concreto alcuno. Da tutto ciò emerge palesemente l’urgenza, per le famiglie, dell’inserire il progetto della frequentazione di Atenei etc. nella loro pianificazione, in maniera da avere la certezza di poter affrontare nel migliore dei modi il detto momento.  

Dal focus che stiamo conducendo, osserviamo che – se da un lato le tasse universitarie continuano ad aumentare e le borse di studio sono insufficienti – non è un caso che gli italiani stiano adottando differenti scelte, come l’indebitamento per far ottenere l’agognato pezzo di carta alla prole. Secondo le stime di Facile.it e Prestiti.it, nei soli primi sei mesi del 2019 le famiglie italiane hanno chiesto prestiti per oltre 71 milioni di euro per sostenere l’istruzione universitaria, con una crescita sia dell’importo medio richiesto (7960 euro all’anno, pari al +5% rispetto al primo semestre del 2018) sia delle rate di finanziamento (da 51 a 58 euro al mese).

Infine quanto rende la laurea: davvero vi è un rapporto costi/benefici della formazione universitaria rispetto a quella media superiore, la laurea ovvero è direttamente collegata al reddito percepito dalla persona in fase lavorativa? Nel 2019, per l’OCSE sì. Parrebbe che gli adulti con un titolo terziario guadagnino il 39% in più di un diplomato – il guadagno netto di un laureato affermato essere di 190800 dollari per i maschi e di 154200 per le donne. Comunque, seppure fosse per ciascuno vero (io, per esempio, avendo titoli di Laurea e post Laurea, non rientro della casistica fortunata!!!), a cosa dovuta codesta diversità di stipendi in base al sesso, è una giusta discriminante? Per la sottoscritta no, per nulla.

Giulia Quaranta Provenzano

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