Ancora imprigionata nella pandemia, non so se effettivamente l’Italia sia di un popolo di pensatori o all’opposto più di volenterosi dediti all’agire ma la realtà incontrovertibile è che molti ancora si lamentano per la burocrazia troppo spesso inefficiente, una macchina che di fatto non sembra mai ben partire né subito avviatasi nello stato emergenziale in cui tutti imperversiamo. Basta andare a “spulciare” sui tanti diversi profili social degli italiani per accorgersi comunque come i commenti, i pulpiti e i professori a parole sul web s’affollino.
Ciò che tuttavia non è solo una soggettiva riflessione di singoli navigatori virtuali, bensì una situazione condivisa da molti nella quotidiana verità concreta, è l’esperito indicare come alcune dichiarazioni d’assistenza e sostegno differiscano dall’effettivo e qui, per esempio, mi riferisco al poter fare richiesta per accedere immediatamente ai fondi messi a disposizione dalla Stato.
Alcuni intenti che difatti potrebbero essere anche nobili per quanto palliativi, lenti e non prontamente efficienti probabilmente soprattutto a causa di pratiche e un sistema poco snelli, consuetudini, forme, gerarchie, amministrazioni, organizzazioni che all’inedito ed anomalo tempo non riescono a rispondere in consapevolezza e cooperativa fiducia.
Per dirne una, portali d’accesso alle domande online che evidenziano disservizi e procedure farraginose… se non del tutto inaccessibili e senza modelli utilizzabili. Di sicuro stiamo vivendo un momento drammatico ed imprevedibile; la cittadinanza non di rado si trova di fronte a quanto celere e semplice non è poiché le procedure indicate appunto inadeguate e mal funzionanti di fronte all’insolito e alle esigenze dei più bisognosi d’aiuto pecuniario (poveri, e pur imprese affinché non collassi l’economia a causa della ridotta produttività) e costretti per problemi di mobilità (anziani, non autosufficienti etc.); interventi assenti in quanto ciascuno per il proprio impreparati – ad adoperarsi svelti – al non consueto ed abituale. Grandi, ad esempio, i ritardi in talune città quale la Capitale nell’erogare i bonus spesa e ogni cosa secondo maniera poco fluida. Quanto gli italiani chiedono è pertanto in primis che le misure dei decreti del Governo siano lontane da iter impacciati.
Ciò è un grave problema, anche perché con ogni probabilità vivremo comunque degli altri momenti difficili a conseguenza e sotto la scure di buchi nel reddito. Numerose le aziende chiuse, imprese che pagavano affitti, tasse, dipendenti ed ora inattive si è generato uno stop ed un calo della già nominata produttività, dell’economia che – se non si troverà al più presto una via d’uscita – porterà a soccombere come Nazione intera.
Giulia Quaranta Provenzano