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I dipendenti Isnardi, la famiglia Isnardi e la Ditta Alberti: storia di solidarietà a Pontedassio


Il flusso delle notizie, in queste settimane, è fatto di numeri che però sono vite, sono persone, sono sofferenza, di chi sta male e di chi non ha lavoro e sto soffrendo una situazione economica pesante. Ed è fatto di esempi virtuosi di solidarietà e resistenza. Sempre emergenze, ma non ce ne dovrebbero essere. E però l’Italia dà il meglio in queste situazioni. C’è anche chi lavora pensando a chi soffre. Si racconta una piccola storia, di Italia di provincia, di valle, di piccolo centro. Una storia di beneficienza. Certo, la beneficienza è una di quelle cose che non ha bisogno di apparire. Questo però è un caso diverso, esemplare, da lavoratore a lavoratore, con profondo valore sociale. Si parte da un’azienda. Dunque: tanti italiani sono fermi, al palo. Non si lavora, non si può lavorare, non si possono fare attività che al momento risultano pericolose. Si capisce, si resiste, ma inizia il tempo del bisogno. C’è chi invece continua a lavorare, anche perché assicura servizi di base. Le aziende alimentari, per esempio. È il caso di Isnardi, realtà olearia radicata ormai in valle Impero, a Pontedassio, da quasi trent’anni. Il suo delizioso giardino, le vetrate brillanti, l’ampio piazzale danno il benvenuto a chi arriva a Pontedassio dalla costa. Lì, ora, c’è gente che lavora, tutti i giorni, per assicurare le forniture alla filiera alimentare. E tutti, sentendosi privilegiati, in quanto lavoratori attivi, hanno preso una decisione: togliere qualcosa al loro stipendio per dare qualcosa a chi stipendio non ha. Nasce così l’iniziativa dei venti dipendenti Isnardi che hanno disposto in breve tempo generi di prima necessità come pasta, zucchero, fette biscottate e grissini. I maghi dell’impacchettamento in magazzino hanno realizzato ben cento confezioni destinate al Comune di Pontedassio, che si attiverà per farle arrivare ai nuclei familiari bisognosi sul territorio. Appare chiaro che il bel regalo sia stato arricchito dalla stessa famiglia Isnardi con due bottiglie d’olio per pacco e dalla vicina ditta Alberti, prima a credere nello sviluppo del distretto industriale della valle Impero. E ci sono anche 200 litri di latte.  Venti persone, compreso il direttore operativo di Modena, che vive il dramma del covid19 (eh, non lo si era ancora nominato…) ricordando la sua martoriata Emilia. Compresa la famiglia Isnardi e la Ditta Alberti. Ecco, la vera imprenditoria italiana, che si impegna su ogni fronte. Trapela anche la capacità di rispondere al difficile momento con l’impegno diretto dei manager. Proprio Carlo Isnardi ha realizzato un piano di lavoro tale da permettere a tutti di lavorare in sicurezza, rendendo disponibili sin dalle prime fasi i DPI necessari per garantire la sicurezza di tutti i dipendenti, realizzandole nei primi tempi lui stesso avvalendosi di tutorial online. Ed è così che un Isnardi è dipendente tra i dipendenti. Non enfasi, certo, è la necessità quotidiana, è la capacità di risposta, quello che gli anglosassoni chiamano problem solving. Loro lo definiscono, in Italia lo facciamo. E gli enti pubblici come Pontedassio, sindaco Ilvo Calzia in testa, sono già pronti per la distribuzione. Pontedassio si conferma quindi centro vivacissimo per iniziativa e sostegno, rafforzando il tessuto sociale che non deve e non può sfaldarsi, perché la battaglia è ancora lunga, ma la voglia di fare di chi vive e lavora in valle è integra.

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