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Venerdì a Novi Ligure si celebra la festa dei lavoratori


Anche la Festa dei Lavoratori quest’anno non prevede manifestazioni pubbliche a causa delle restrizioni normative per il contenimento del contagio del coronavirus.

Così come avvenuto per la celebrazione della Liberazione, il Sindaco, Gian Paolo Cabella, la mattina del 1° maggio renderà omaggio in forma ufficiale al monumento ai Caduti sul Lavoro di via Garibaldi accompagnato solo da un rappresentante del mondo del lavoro. Come delegato delle organizzazioni sindacali parteciperà Paolo Parodi, Segretario Generale Regionale della Filctem Cgil (Federazione italiana dei lavoratori della chimica, tessili, dell’energia e delle manifatture).


Questo il messaggio del Sindaco alla cittadinanza:

Cari concittadini,

domani è il 1° maggio. Oltre che farvi i miei auguri non posso che condividere con voi una riflessione. Quest’anno la ricorrenza acquista un ulteriore significato: è nostro dovere puntare l’attenzione su chi, purtroppo, durante l’emergenza Coronavirus ha perso il lavoro o su chi non l’ha perso del tutto ma è stato compromesso dagli ultimi avvenimenti.

L’epidemia non è stata solo devastazione e morte, ma ci ha privato del nostro quotidiano, delle nostre risorse economiche, e molti stanno vivendo la sensazione che i propri sforzi lavorativi di anni siano andati in fumo.

Tuttavia non dobbiamo dimenticare i sacrifici che hanno dovuto mettere in campo i nostri genitori ed i nostri nonni per far rinascere, attraverso il lavoro, la nostra nazione dopo le devastazioni provocate dalla guerra. Loro ci sono riusciti e sono riusciti anche a comporre un sistema di relazioni durature tra le parti sociali, con l’intendimento di eliminare i conflitti inevitabili originati dalle leggi non scritte dell’economia e del mercato. Attraverso l’opera e l’impegno dei nostri padri è nato lo Statuto dei lavoratori, approvato nel 1970, che si pone quale pietra miliare nel campo rapporti di lavoro. Onoriamo, oggi più che mai, questo documento, posto a salvaguardia di tutti e facendo in modo che i principi in esso enunciati ci sorreggano sempre, anche in questa imminente opera di ricostruzione che ci accingiamo ad intraprendere.

Sta per iniziare una battaglia che ci vedrà tutti combattenti e partecipi dei sacrifici necessari per ricostruire quello che abbiamo e per rafforzare il concetto del lavoro in tutte le sue forme; dovremo tutti assumerci la responsabilità di adattarci a metodi nuovi di relazioni, di garantire la continuità della vita sociale e lavorativa anche con diversi atteggiamenti di rispetto di noi stessi e del nostro prossimo. La cura e le cautele che abbiamo imparato ad assumere in questi lunghi mesi di inattività per alcuni, di enormi sacrifici anche fisici per altri, non devono comunque farci dimenticare che è nel lavoro che si esalta l’essenza dell’uomo. Senza lavoro non può esserci libertà. L’impegno che chiediamo pertanto al nostro Parlamento è di concentrare ogni risorsa disponibile per abbattere la disoccupazione in ogni campo: industria, agricoltura, turismo, commercio e per consentire un ordinato sviluppo di tutte le attività individuali, artigianali, professionali, di servizio. L’Amministrazione Comunale, per quanto di sua competenza, e con le sue limitate capacità e possibilità, farà la sua parte al massimo.

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