Il presidente provinciale dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli sollecita strumenti governativi per ricorrere a lavoratori italiani ed esorta a dare seguito agli orientamenti della Commissione europea per favorire la circolazione degli stagionali all’interno della Ue La diffusione del Coronavirus sta creando un grave problema nelle campagne: la mancanza di manodopera. “Con il blocco della circolazione, le quarantene e le persone con problemi di salute e quelle che se ne sono andate non è facile reperire forza lavoro – dice il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli – Siamo in un momento cruciale: si avvicina in maniera preoccupante la stagione della raccolta degli ortaggi e della frutta estiva. Servono almeno 250 mila persone. Per questo abbiamo scritto ai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e del Lavoro Nunzia Catalfoper sollecitare strumenti governativi che facilitino il ricorso a manodopera italiana, come i voucher, o che diano la possibilità di impiegare persone che hanno perso il lavoro, cassintegrati o fruitori del reddito di cittadinanza. Sempre nel rispetto delle condizioni sanitarie ottimali” .
Confagricoltura evidenzia che sono 1.114.982 i dipendenti impiegati in agricoltura nel nostro Paese. La quota più numerosa (97%) è costituita dagli operai, a cui si affiancano impiegati, quadri e dirigenti (3%). Le aziende agricole che assumono dipendenti sono 187.629 ed incidono per il 26% sul totale di quelle iscritte alle camere di commercio. In Italia sono presenti 1.076.930 operai agricoli, dei quali il 10% a tempo indeterminato e il 90% a tempo determinato. La manodopera agricola è prevalentemente impiegata nel Sud del paese (55% del totale), che detiene anche la quota più rilevante di quella a tempo determinato (57%). Viceversa nel Nord si concentra la maggiore incidenza degli operai a tempo indeterminato (55%). Il bracciante agricolo è la prima tipologia di contratto attivato, sia per quanto riguarda i lavoratori a tempo determinato (87,4%), sia quelli a tempo indeterminato (43,1%), a cui seguono in ordine di numero gli operai specializzati in colture miste e legnose.