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I Vigili del Fuoco si pagano il tampone per sapere se sono infetti al Coronavirus. Succede a Genova


A Genova i Vigili del Fuoco si pagano il tampone per riuscire a capire se sono affetti da Coronavirus.

Non bastano le tante le pacche sulle spalle per risolvere i problemi che le comunità lavorative impegnate nel soccorso stanno vivendo.


Il Coronavirus nei Vigili del Fuoco, proprio in queste ore, mette allo scoperto le inadempienze e incapacità gestionali della dirigenza che dovrebbe vigilare, controllare ininterrottamente lo stato di salute dei lavoratori, oggi più esposti che mai che assicurano un servizio no-stop alla popolazione.

Nessun tampone ai Vigili del Fuoco fatto di routine, nessun tampone ai Sanitari, nessun tampone ai Lavoratori che svolgono attività strategiche per il paese, nessun tampone agli ammalati a casa con sintomatologie riconducibili al Covid-19.

Vogliamo portare all’attenzione il caso di un collega genovese al quale abbiamo deciso, come organizzazione sindacale USB, di pagare presso una struttura privata l’esame del sangue per il controllo degli anticorpi dove è risultato positivo al Virus.

Un calvario durato più di quindici giorni con la febbre a 38 che non è bastato a far attivare le procedure per il tampone; a niente è valsa la comunicazione del lavoratore al Comando dei Vigili del Fuoco di Genova nella quale dichiarava la quarantena della famiglia imposta dal medico curante. Un silenzio assordante del Comando VVF Genova e della ASL Genovese che non ha effettuato nessun tampone con il rischio di un aumento inevitabile dei contagi tra i lavoratori che aveva frequentato durante i turni di servizio di soccorso.

Leggiamo con stupore la letterina di Natale inviata oggi dal Comandante Piccinini alla stampa nella quale si afferma: “E’ un momento difficile per ogni cittadino italiano. Lo è anche per noi che continuiamo a garantire la sicurezza per gli altri, proteggendo anche noi stessi, precauzione che ci rende la serenità di non essere fonte di rischio, specie quando torniamo a casa dalle nostre famiglie” conclude Piccinini. “Su questo l’impegno è massimo”.

Il momento difficile, caro Comandante, lo vivono i lavoratori assolutamente abbandonati che stanno male e contagiano i propri familiari e i propri colleghi per l’assoluta mancanza di prevenzione, mettendo di conseguenza a rischio il soccorso tecnico urgente.

Oggi il Lavoratore ha la figlia ammalata e sta ancora combattendo il Virus e i suoi colleghi in caserma sono ignari del pericolo che l’amministrazione volontariamente ha messo in atto.

Cari Cittadini da sempre apprezziamo la vostra gratitudine quotidiana ma troviamo al nostro interno una scarsa sensibilità che fa sentire i vigili del fuoco al tempo del Covid come “carne per il cannone”

Unione Sindacale di Base nazionale Vigili del Fuoco

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