Oggi per la prima volta da quando è iniziata questa emergenza da Coronavirus abbiamo deciso di dedicare l’articolo di apertura del nostro giornale a un argomento che – seppur collegato a quello che sta succedendo nel mondo – non parla né di morti, né dell’ospedale o di infezioni, né di multe e sanzioni per chi non sta a casa e neppure fa appelli al senso civico dei tortonesi.

Oggi vogliamo dedicare questo spazio ai giovani perché sono loro il futuro di questa nostra società e lo facciamo attraverso le parole forti e toccanti della Presidente del Liceo “Giuseppe Peano” di Tortona, Maria Rita Marchesotti, che nei giorni scorsi ha voluto scrivere a tutti i suoi studenti, a tutti quei giovani tortonesi che sono a dir poco sconvolti da questa emergenza.


Un genitore ci ha passato la lettera che abbiamo deciso di pubblicare. Trattandosi di un documento praticamente pubblico abbiamo pensato potesse essere utile non solo ai giovani ma anche a tutti i genitori e ai tortonesi in generale, perché le parole della Preside sono forti, d’incoraggiamento e sono importanti in un momento come questo dove, gli stessi giovani, forse più di altri, non solo soffrono la costrizione a rimanere tra le mura domestiche, ma temono per il futuro, che rischia di essere diverso dal passato e un’incognita difficile da affrontare.

La preside è brava, li incoraggia ad andare avanti e le sue parole fungono da incoraggiamento un po’ per tutti noi, preoccupati per quello che potrà accadere.

“E’ trascorso più di un mese da quando il nostro percorso abituale, consueto e tradizionale si è interrotto. – scrive Maria Rita Marchesotti a tutti gli studenti del Peano – si sono avvicendati atti normativi, disposizioni, decreti, ordinanze. Si sono succedute limitazioni sempre più stringenti che ci permettono tuttavia di preservare la nostra salute, prioritaria davanti a tutto. La nostra normalità è stata stravolta così, improvvisamente e inaspettatamente. Abbiamo cercato da subito di intraprendere una strada che permetta a Voi e Noi di continuare a essere persone di scuola, di poter contare sulle certezze date da un’Istituzione che, sempre, vi è accanto.”

Dopo questa doverosa premessa, la preside cerca di rincuorare i giovanI “La scuola vi è vicina – aggiunge – non solo per il SAPERE e l’APPRENDERE, ma in questo momento vi è a fianco per essere per voi e per le Vostre famiglie soprattutto un contatto sicuro e certo, un punto di riferimento imprescindibile. E’ difficile, lo so, ma so che state affrontando questo periodo in modo pienamente responsabile, con consapevolezza e coscienza. Certo, manca a tutti noi il rapporto umano, il vedervi/vederci tutti i giorni, il poterci incontrare, il poterci parlare viso a viso, il sentire il suono della campanella che scandisce le ore. Nulla può sostituire le lezioni in presenza, lo scambio di battute, gli intervalli, gli ingressi e le uscite. Ciò che stiamo vivendo, tuttavia, ci sta cambiando in modo significativo, sta facendo emergere capacità e risorse, ci sta facendo diventare persone migliori, più partecipi e attente. Ci fa essere uniti nei valori della comunità, dell’intesa, della vicinanza e della solidarietà.”

“Sappiate però una verità – sprona i ragazzi la preside – voi avete una grande responsabilità, avete il potere di cambiare il domani, e il rispettare le regole di oggi fa sì che possiate trasformare il futuro, vicino e lontano. Voi state vivendo un momento davvero unico. E rispettare quella che per ora è una restrizione alla vostra libertà, un sacrificio grande cui dovete sottostare, una limitazione ai vostri interessi in prospettiva sarà, ognuno come un tassello di un puzzle, fondamentale per potere risolvere al meglio questo periodo terribile.”

“Tra i vostri genitori c’è chi si trova nella trincea degli ospedali e sta brandendo l’arma forte della volontà di debellare questo male – conclude la Maria Rita Marchesotti – medici, infermieri, farmacisti, operatori sanitari, ausiliari, che non smetteremo mai di ringraziare. C’è chi, tra i vostri genitori, quotidianamente fa sì che possiamo provvedere alle nostre esigenze primarie, quali, scusate se è poco, il cibo. C’è, tra i vostri genitori, chi svolge volontariato, chi è donatore di sangue, chi è impegnato nelle attività al servizio degli altri. E gli altri, ragazzi, siete Voi. Ognuno di voi, insieme alle proprie famiglie, sta facendo la differenza.
Voi siete la Storia. Voi state costruendo la Storia. Una storia che sarà raccontata e che racconterete in prima persona, perché ne siete i protagonisti assoluti.”