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Com’era il Mondo pochi mesi fa, e chissà come sarà in futuro… Un ricordo della Biennale di Milano


Ci sono giorni in cui scrivere è un’esigenza di carne e sangue, un bisogno viscerale eppure non di meno non riesco del tutto a comprenderne ed elaborarne il perché. Non importa. Il 17 aprile 2020, proprio uno di questi dì …Forse sarà che in tal data è nata la carissima Patrizia Stefani, effervescente amica sempre disponibile quanto generosa la quale volevo raggiungere in un modo o nell’altro o forse persino il fatto che per il suo compleanno desideravo un biglietto d’auguri personalizzato e che avesse il cuore negli occhi. Ho così tirato fuori alcuni scatti a ritrarci insieme – e pure con il figlio di Salvador Dalì – alla Biennale Milano 2019, altri ancora mi sono capitati con il prof. Vittorio Sgarbi e un’amara nostalgia mi ha per un attimo colto.

Si usa dire <<Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? E parimenti se questa non v’è per quale motivo ti angusti?>>. Sicché per i testardi è un po’ più complicato stabilire l’incontrovertibilità di un punto rispetto al comune. Ebbene, la sottoscritta non teme e non ha mai temuto di non arrivare, bensì di non poter più viaggiare e sorprendersi (o meglio, di non riuscire più a farlo eccetto che con e non con altro se non uno sfibrato pensiero) – che è il bello del sogno di ogni creativo ché, se l’ingegnoso con talento è preciso quanto fantasioso pittore di arcobaleni che non v’è alcuno tranne l’estro-so a poter edificare, colui che invece è geniale percorre colori a ponte che nessuno eccetto appunto il detto sa e riesce a vedere. La malinconia che mi ha assalito è dunque invero più una sensazione ed uno stato d’animo di vaga tristezza per un tempo tanto atteso e per il quale combattuto ma trivellato dall’ora a condannare all’impotenza non di spirito, piuttosto di carburante fisico-pecuniario pel moto presente e chissà, se, avvenire e però non incupirà il mio entusiasmo, il mio reinventarmi costantemente e respirare a pieni polmoni come neppure il mio dare affetto e quindi neanche i preziosi a me pochi intimi ne sentiranno la mancanza.


Scrive Giulia: “Gentile Patrizia, grazie per ricordarmi di continuo che essere Artista non ha scadenza. Lo credo anch’io! Ugualmente sono convinta che non sia per ogni singola creatura e in ogni caso poter governare la passione. Alcune cose, certe situazioni non le si scelgono e non ogni volta si è in grado, in potere di risolverle come augurato e sperato non inermi, non immobili. E a dispetto dello sbandierato eroismo del quale riempirsi la bocca per forzare d’essere eccezionali, perché persistono ancora muri sennò – che, per altro, in dialetto ligure significa anche espressione imbronciata, grugno d’insoddisfazione?! E poi, la passione difatti non è proprio <<un motivo della vita affettivacaratterizzato da violenta e, pur, persistente emozione>>? Ovvero essa v’è nel rossodel fluido dell’esistenza di cui tanto gioire e godere, come nel sofferto – preludio almeno – della morte. Ma essendo altresì riconducibile ad ambito erotico-sentimentale, la passione non può che svilupparsi spesso in contrasto con le esigenze della razionalità e dell’obiettività se le tali considerate come sinonimo di imperversare nell’opposto al desio e a chi, cosa, come, quanto si è.

La Collettiva milanese alla quale partecipai dal 10 al 14 ottobre dello scorso anno non fu il mio ultimo decimo di luna a rischiarare la notte, illuminare una scena per permettere poco più di sei mesi dopo di ritrovarci, io e te, più complici ed affiatate di prima… Le lune, gli astri, i pianeti da osservare ed esperire infatti possono anche essere tanti differenti tuttavia sempre, gli animi sinceri, saranno mossi da un’unica verità e cioè l’Amore ad unire, accomunare, avvicinare, mai collassare.

Oh Patrizia, forse e probabilmente non vedrai più mie opere esposte in spazi comuni però non pensare che il mio occhio, il mio obiettivo, sia socchiuso o persin tappato. Il mio zoom non si sbarrerà lassù nel buio né qui nel quotidiano, stanco e sfinito. L’ora del riposo per lo meno non giungerà fino all’ultimo mio alito di vita giacché sarò viva fino a che fotograferò. Ed una volta che questa finestra sul mondo di GQP si chiuderà del tutto? Beh, allora amica mia spero che a brillare ancor più intense e luminose saranno le stelle e la sopraddetta sigla riverbererà finalmente nell’eterno blu profondo di ciò che non ha un inizio e nemmeno una fina poiché costitutivo e semente feconda del bello, del buono, del valoriale e densamente pro-positivamente comunicativo.

È una strana e piacevole coincidenza senz’altro che, proprio mentre ti sto scrivendo ciò, siano le ore 17:17. Da qualche tempo sono come ossessionata dai numeri che, tanto sovente noto in cifre a ripetersi ricorrenti, loro medesime. Sono dunque andata a consultare il significato attribuito alla presente ora doppia e ho sorriso nel leggere <<17:17 indica che hai un’importante missione di vita da compiere che riguarda la comunicazione, l’insegnamento, la guarigione e in genere il servire l’umanità in modi positivi. Sei invitato/a a svolgere la tua missione in una maniera che si allinei perfettamente alla tua personalità, ai tuoi talenti e ai tuoi interessi. Ti viene chiesto di essere un esempio e di ispirare gli altri a seguire le proprie passioni. Non permettere a nessuno e ad alcuna paura di bloccarti nel compiere il tuo destino perché in realtà hai tutto ciò che ci vuole per realizzarlo. (…)>>.

Ed è così che già sai che non rinnegherò certo adesso me stessa. Anzi, ho scoperto da pochissimo che il giorno in cui iniziò la Biennale venne a mancare un gigante, come la ricorda e chiama Sheyla. È senz’altro singolare che io oggi, non più espositrice di foto d’arte su tela in piacevolissimi ed arricchenti eventi ma purtroppo troppo onerosi per la sottoscritta, sia stata ospite e sia parte di una straordinaria WebRadio nella quale poter parlare proprio di arte ed economia – finanza, tra i campi di Laura Arconti”.   

Giulia Quaranta Provenzano

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