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A Tortona la desolazione del 25 aprile. Ma dobbiamo vivere così? E’ questo il nostro futuro?


Gli altri anni c’erano le associazioni dei combattenti, le autorità, i bambini, gli studenti della scuole e tantissime persone perché il 25 aprile, Anniversario della Liberazione davanti al monumento ai caduti in Corso Leoniero, a Tortona (nella foto in alto) era una piccola festa per chi non andava fuori città per il Ponte di Primavera.

Tortona si animava perché quasi sempre il sole era presente così come le scuole che preparavano sempre qualcosa.


Vedere l’immagine del Sindaco Federico Chiodi con a fianco Gianni Castagnello in rappresentanza dell’Anpi (e malgrado sia in pensione da poco, del mondo della scuola e della minoranza consiliare) in una Corso Leoniero deserta, fa impressione, così come fanno impressione le immagini del presidente Mattarella davanti all’altare della Patria e prima ancora Papa Francesco in una piazza San Pietro vuota.

Questa però è la realtà: la realtà di chi, vuoi per fatalità o altro, ha permesso la circolazione di questo virus che sta mettendo in ginocchio il nostro vivere, le nostre tradizioni, la società.

E allora la domanda che si pone è quella nel titolo: ma è vivere questo?

E’ giusto avere una vita così, dopo tutto quello che abbiamo provato?

Scusate la retorica ma a volte anche noi giornalisti siamo persone e come tali, di fronte allo scempio che sta martoriando il mondo e la nostra città, non possiamo fare come tutti gli altri cronisti che si limitano a raccontare i fatti ma ci sentiamo in dovere di esternare i sentimenti.

Di fronte a queste immagini e al fatto che si vuole ricordare chi ha dato la vita per la nostra libertà affinché noi potessimo agire liberamente e senza costrizione, i nostri pensieri non possono che essere cupi.

Il sacrificio di è morto nella seconda Guerra mondiale mai come oggi sa tanto di beffardo.

Ci scusi l’Anpi, ci scusino tutti coloro (noi per primi) che credono in certi valori, ma quella che abbiamo vissuto in questi ultimi due mesi non è certo la libertà per la quale hanno combattuto e sacrificato la loro vita così tanti partigiani.

Angelo Bottiroli

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