Tante attenzioni, in questo momento di emergenza, verso l’ospedale di Tortona che è diventato il primo anti Coronavirus in Piemonte, ma fino a poco tempo fa, il nosocomio Tortonese ha rischiato veramente di chiudere dopo essere stato declassato da una politica miope e accentratrice. Una politica che forse, soltanto in questi ultimi tempi – a discapito del passato – sembra voler rivalutare l’ospedale tortonese.
La notizia è positiva ma per non dimenticare quello che era accaduto e per non fare gli stessi errori del passato, un lettore, che ha vissuto in prima persona la storia del declassamento dell’ospedale di Tortona in ogni suo momento, ci ha mandato questa lettera che pubblichiamo di seguito.
Egregio Direttore,
Il Senatore Massimo Berutti annuncia dalla propria pagina Facebook la richiesta di stanziamento per 500 milioni di euro a favore degli ospedali coinvolti nell’emergenza Covid 19. L’emendamento dell’ ex primo cittadino di Tortona è stato presentato a seguito della dichiarazione di pandemia proveniente dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dal quinquennio in cui il Senatore Berutti vestiva la fascia tricolore da primo cittadino del Comune di Tortona: all’epoca, passava acqua sotto il ponte dello Scrivia, mentre veniva chiuso il punto nascite del nosocomio cittadino; qualche anno dopo, passava l’acqua del Po sotto il ponte Umberto I a Torino, mentre a Palazzo Lascaris l’ex Sindaco aveva conquistato il prestigioso seggio di Consigliere Regionale. L’acqua continua a passare, ancor oggi, sotto un altro ponte dedicato a Umberto I: è l’acqua del Tevere, lì accanto a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. L’acqua, in questi lunghi anni, ha continuato a scorrere imperterrita, accompagnando l’ascesa politica dell’ ex Sindaco di Tortona verso incarichi di sempre maggior rilievo pubblico.
Parallelamente, mentre un astro sorgeva, un altro tramontava: l’ospedale di Tortona che non è riuscito a rimanere a galla ed è stato travolto dagli eventi. Ha annaspato, ha lottato contro corrente, aggrappandosi tenacemente a quanto ancora era rimasto dopo i tagli imposti da una Amministrazione regionale che – chissà per quale motivo – ha privilegiato Novi Ligure e non Tortona benché un documento ufficiale stilato dai medici indicava il Punto Nascite superiore a quello novese.
La politica però ha deciso diversamente, e così, dopo la soppressione del Punto Nascite, requisito essenziale per poter continuare ad essere un ospedale “importante”, rimanevano pochi reparti operativi e un Pronto Soccorso declassato.
L’Ospedale di Tortona, in quelle briciole che la miope politica aveva lasciato dopo il banchetto, ha saputo ritrovare ancora una volta la propria forza: è diventato ospedale Covid 19, un baluardo di professionalità,di abnegazione, di un livello di servizio dove la parola “umanità” viene indossata insieme a camici, divise e mascherine protettive, per arrivare, insieme alle cure, fino ai malati. L’ospedale di Tortona ha saputo reagire all’emergenza e diventare una macchina da guerra in grado di sopportare carichi indicibili di lavoro. Da “figlio di un Dio minore” destinato all’oblio, si è ritrovato nel giro di una notte a divenire il primo “Covid 19 Hospital” del Piemonte. Medici, infermieri, operatori socio sanitari, si sono trovati catapultati in una piena situazione emergenziale, nella quale continuano a prodigarsi oltre ogni immaginazione.
Inevitabile che torni immediatamente alla mente il degrado nel quale questo ospedale era stato relegato da anni di politiche sbagliate, mortificanti e denigranti, con tagli a posti letto e reparti, accorpamenti insulsi e quant’altro, voluti e imposti da una politica miope e sorda, volta unicamente alla ricerca di consensi, di voti e piaceri, disinteressata all’unico obbiettivo che veramente avrebbe dovuto contare: la salute delle persone.
Si era pensato a tagliare, a favorire i prediletti, ad ignorare le richieste. L’ottusa macchina burocratica era troppo presa ad auto alimentare la propria inutile esistenza per prestare attenzione ed essere distratta dai fabbisogni reali della salute.
Forse questo tempo è giunto al termine, dopo aver lasciato sul campo più danni che vantaggi. Forse questa situazione di pandemia varrà da monito ai politici, che sono, sì, chiamati a gestire la Cosa Pubblica, ma non sono autorizzati ad appropriarsene o a barattarla, usandola come merce di scambio. La Sanità non vuole e non deve essere un bacino di voti. La Salute è una cosa sacra e va mantenuta ad ogni costo.
Auspichiamo che lo stanziamento proposto dal Senatore Berutti venga approvato e che il supporto arrivi anche per una quota parte all’ospedale Covid 19 di Tortona. I tortonesi, con buona memoria, aspettano di vedere come andrà a finire. Perché, sicuramente, passata l’emergenza, finirà in qualche modo.
E allora forse, a quel punto, si vedrà veramente se l’ospedale di Tortona tornerà nel dimenticatoio, relegato a ruolo di secondo, se non ultimo piano, o se i politici avranno un moto d’orgoglio e di ripensamento verso gli errori del passato e daranno all’ospedale di Tortona quel giusto ruolo che gli compete e che gli è stato ignobilmente scippato per altri interessi.
Lettera Firmata