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La storia: l’incredibile vicenda avvenuta a Trento, la professionalità dei poliziotti, pericoli che incontrano con chi pensa che tutto sia una bufala


“Un uomo che si definisce non italiano, ma ‘soggetto di diritto internazionale’, che afferma di non voler parlare con gli sconosciuti e chiede agli agenti di identificarsi personalmente, che nega ogni validità dei provvedimenti del consiglio dei ministri in tema di restrizioni per evitare la diffusione del coronavirus, e che accusa i poliziotti di sequestro e abuso. Si è verificata a Trento solo una delle tante situazioni difficili con cui i poliziotti italiani si stanno misurando in questo momento emergenziale legato al Covid19. Una situazione surreale, a mio avviso dovuta all’incredibile distacco di alcuni soggetti dalla realtà, con atteggiamenti irresponsabili, incivili e altamente dannosi per la collettività. Un ciclista roveretano giunto a Trento in bicicletta ha trattenuto una pattuglia per due ore con le sue farneticazioni, ha esposto i poliziotti a ulteriori rischi perché non era chiaro se fosse o meno portatore del virus, ha creato un danno ingente alla cittadinanza. Bisogna elogiare la calma e la pacatezza degli operatori che, già esposti a rischi notevoli ma indefessi nell’adempimento del dovere, affrontano in questo periodo ogni genere di difficoltà per il bene della comunità. Esserci sempre è un motto che racchiude una realtà, una garanzia per i cittadini. E sono proprio i cittadini a subire il menefreghismo di chi non ha remore a mettere la loro salute a rischio ulteriore. La cittadinanza sta rispondendo bene alle prescrizioni date, ma chi fa sicurezza teme sempre il rischio emulazione quando accadono cose così sfacciatamente contrarie alle regole. Siamo convinti che oltre a quanto già previsto in termini di ammende e denunce, certi soggetti che contravvengono alle disposizioni dell’autorità in un momento così delicato ed eccezionale debbano essere oggetto di sanzioni amministrative pesantissime e anche chiamati a rifondere i danni alla collettività in sede civile”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo l’incredibile vicenda accaduta a Trento, dove un ciclista partito da Rovereto è stato fermato da una pattuglia della polizia. Alla richiesta di spiegazioni e documenti ha fornito un foglio di autocertificazione compilato in maniera anomala, e poi ha opposto una lunga resistenza affermando fra l’altro di non essere “cittadino amministrato dallo Stato italiano”. “Questo decreto è una bufala e non lo accetto”, avrebbe ribadito. Ha accusato gli agenti di abuso di potere e sequestro di persona, infine è stato portato in Questura e denunciato a piede libero per violazione del Dpcm 11 marzo 2020. Lo stesso ciclista ha poi pubblicato il video di quanto accaduto.


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