La giovane ligure Giulia Quaranta Provenzano , dopo aver messo a disposizione la sua silloge poetica “Come bolle di sapone” (potete richiederla alla poetessa stessa scrivendo a giulia40.1989@tim.it , oppure a giulia.1989@alice.it ), ha voluto regalare ai lettori anche la sua penultima raccolta di poesie che racconta d’amore.

“ L’Amore è… ” nasce infatti come canto del cuore, invito all’ascolto e riflessione su un’urgenza interiore che non vede alcuno davvero esente. Intervistata, la trentenne spiega <<Ho editato “L’Amore è…” con l’Associazione Articoli Liberi – è stato questo l’inizio di un percorso comune, che dura tutt’ora, il quale due anni fa abbiamo deciso di intraprendere con gli amici nizzardi>>.

Poi Giulia continua <<L’Amore, quello con la -A maiuscola per me è sempre stato e rimane un interrogativo inesausto, un mistero: se si potesse indicare con una formula quale sarebbe? Non penso ne esista ed esisterà mai una, tante sono le declinazioni, le sfumature che tra l’altro potrebbero esserne la causa e dunque deformarne la platonica ed ideale costituzione… Dopo aver incontrato Frank Iodice, il fondatore della sopradetta associazione, mi sono voluta però confrontare con tale tematica-nodo gordiano forse stimolata appunto dal provocante modo di porsi e scrivere dell’autore di “La meccanica dei sentimenti”>>.

Ed ancora la Quaranta Provenzano ammette <<Scrivere per me è una necessità, uno sfogo ed altresì una missione. Quando ero una ragazzina sapevo di essere più che gradevole alla vista ma non ero, eppure, mai soggetto di attenzioni palesate da parte dei miei coetanei; un giorno un caro amico mi confidò che mettevo soggezione… Oggi più che mai sono consapevole di tal mia scelta portata avanti negli anni, della probabile incontrovertibilità del mio non riuscire e volermi fidare delle persone al punto di rivelare loro quanto è più d’una fredda evidenza. Mostrare ciò a cui si tiene più di ogni altra cosa, le proprie tenerezze (non debolezze, in quanto sono gli affetti che danno la carica per ‘lottare’) fa sì che in tempi di invidia i ciechi vedano, i sordi sentano ed i muti parlino – ed io non riuscirei a sopportare un “autogol” simile. È così che dunque vesto una corazza fuori dalla mia stanza, tuttavia comporre versi e fotografare diviene vitale per riequilibrare una finzione che l’Arte smaschera non potendo far altro che focalizzarsi e focalizzare il significato su colei che nell’intimo sono ed esperisco>>. Infine la poetessa d’Imperia conclude <<Perché quindi Scrivere per me è una missione ? È una missione poiché mi permette di connettermi ed esprimere emozioni, sentimenti, dubbi, incertezze, fragilità umane che diversamente brucerebbero solo dentro ed alla fine imploderei>>.