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Vagabondo rumeno di 48 anni muore dal freddo alla stazione di Tortona, a pochi passi dal Dormitorio

Per la prima volta la città di Tortona sale sfortunatamente agli onori della cronaca nazionale per un vagabondo che muore dal freddo.

E’ accaduto stanotte, quando la temperatura è scesa sotto lo zero. Lui, Fanika Barani, 48 anni, nato in Romania il 14 giugno 1971, da qualche tempo era in Italia e a quanto pare, da qualche tempo era a Tortona.


Vista l’età e le precedenti segnalazioni, se non andiamo errati si tratta della stessa persona che alcuni tortonesi avevano segnalato al nostro giornale: un rumeno che dalla scorsa primavera (nella foto in alto) dormiva sulle panchine dei giardini vicino alla stazione.

Lo hanno trovato cadavere alcuni dipendenti delle Ferrovie insieme ai pendolari che si recavano a prendere il treno, questa mattina, venerdì 6 dicembre, verso le 7,30, irrigidito in una panchina sotto pensilina del primo binario della stazione di Tortona.

Chi lo ha visto ha capito subito che poteva essere morto e ha dato l’allarme.

Sul posto è arrivata l’ambulanza del 118 che ha cercato di rianimare l’uomo, ma non c’è stato nulla da fare: il suo cuore si era fermato.

I referti medici parlano chiaramente di decesso dovuto ad ipotermia.

L’aspetto surreale di tutta la vicenda è che Fanika Barani è morto a pochi metri dal Domitorio pubblico che si trova proprio davanti alla stazione.

Non sappiamo se sia stato lui a non voler entrare al dormitorio oppure se non sapesse della sua sua esistenza (difficile crederlo) o se più verosimilmente il dormitorio fosse pieno nei pochi letti (una decina) che mette a disposizione dei senza tetto e dei vagabondi; fatto sta che stanotte, a Tortona, un uomo è morto dal freddo a soli 48 anni e questa è una notizia terribile soprattutto perché le temperature qui, in città, almeno adesso, non sono così proibitive come in altre parti d’Italia e d’Europa.

La sala d’aspetto della stazione ferroviaria di Tortona, com’è giusto che sia, visto che era diventata ricettacolo di pericolose infezioni e malattie con vagabondi che la utilizzavano come latrina è stata chiusa, ma esistono altri luoghi molto più riparati che non una panchina, in cui forse Barani, adeguatamente coperto, avrebbe potuto trascorrere la notte. E uno di questi, appunto, è il Dormitorio pubblico.

L’impressione che abbiamo in tutta questa tristissima vicenda è che siamo di fronte ad una morte che forse si sarebbe potuta evitare. E questo non fa che aumentare la rabbia verso una società in cui gli emarginati crescono a vista d’occhio.

Angelo Bottiroli

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