Sappiamo già che questo articolo farà rizzare i capelli a tanti falsi buonisti, ma prima di criticare ricordiamo che a chiudere nelle ore notturne la Sala d’aspetto della stazione ferroviaria di Tortona è stato l’ex Sindaco Gianluca Bardone, sostenuto da una coalizione in cui il PD aveva la maggioranza assoluta.
Premesso ciò, questo articolo nasce dal fatto che a Tortona, dopo la morte del clochard rumeno di 48 anni, in tanti si sono indignati chiedendo la riapertura della sala d’aspetto nelle ore notturne in modo che lui e tante altre persone (vagabondi e senza tetto), invece che andare al Dormitorio pubblico che si trova proprio davanti alla stazione ed é gratuito (e c’erano due posti liberi la notte in cui è morto il clochard), possano dormire nuovamente dentro la sala d’aspetto.
Prima di dare una risposta crediamo sia giusto ricordare ai tortonesi cos’era la sala d’aspetto quando se ne consentiva l’uso ai vagabondi.
Quella che vedete in alto e le altre due che vedete in basso sono immagini abbastanza recenti che risalgono al 5 novembre 2018 e che trovate in QUESTO ARTICOLO.
Le immagini, però, da sole non bastano a descrivere che cos’era la sala d’aspetto prima: perché oltre allo schifo che vedete, dovete immaginarvi un forte odore di urina, perché i vagabondi non andavano a pisciare fuori al freddo per pochi minuti, ma la facevano lì, così come talvolta defecavano pure nella sala d’aspetto, mettendo a rischio non solo il loro igiene sanitario ma anche quello delle numerose persone che, dopo di loro, sarebbero entrate nella sala d’aspetto, ignare di quello che era accaduto prima e si sedevano sulle sedie in attesa del treno.
Adulti ma anche bambini.
I clochard spesso rimanevano lì fino alle 9 del mattino con i viaggiatori (che pagavano regolarmente il biglietto) costretti fuori al freddo.
E’ giusto tutto questo? Noi diciamo di no.
E a chi si indigna per una sala d’aspetto chiusa facciamo una domanda: se vostro figlio o un qualsiasi bambino dovesse contrarre una malattia presa perché è rimasto in una sala d’aspetto utilizzata come latrina dai barboni, come reagireste?
Noi crediamo sia giusto aiutare chi soffre e chi ha bisogno, e la città di Tortona lo fa in maniera encomiabile: con l’Ufficio servizi sociali, il Cisa, il Domitorio, la Caritas, la Casa di Accoglienza, la mensa dei frati cappuccini e uno stuolo di associazioni pronti ad aiutare chi ha bisogno.
I tortonesi fanno tantissimo nei confronti di chi è emarginato dalla società. E’ bene ricordarlo.
E’ bene, però, ricordare che la società in cui viviamo ha regole ben precise e che ci sono anche delle persone che queste regole volutamente non vogliono rispettarle.
E questo non è giusto.
Una società prospera se c’è equilibrio o, almeno, se lo squilibrio non è eccessivo.
Nè da una parte, né dall’altra.
Angelo Bottiroli