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Marialuisa Ricotti: “Storie di Angelo Bottiroli è un libro di novelle sulla psicologia dei protagonisti e ruota attorno a frammenti di vita”

Il libro “Storie” di Angelo Bottiroli si può leggere con calma, un testo alla volta. E’ quello che ho fatto. Del resto leggo  sempre tanti libri in parallelo e poi, lo ammetto, non sono una lettrice normale: la mia lunga professione di docente di letteratura mi ha plasmato la mente, per cui leggo tutto in modo critico.

Mi spiego meglio: appena ho iniziato il libro, è stato per me naturale ‘classificarlo’, inquadrarlo in tutta una serie di parametri che fanno parte del metodo della critica letteraria… Non annoierò con i rapporti tra fabula e intreccio, tempo della storia e tempo del racconto, sistema dei personaggi, situazione iniziale-esordio-mutamenti-situazione finale, elementi retorico-stilistici e tipo di narratore (categorie fondamentali di  analisi di ogni tipo di testo), ma dirò quello che mi è subito apparso chiaro, fin dalle prime pagine.

Angelo ha affidato le sue storie al genere letterario della novella. Perché di novelle si tratta. Non di racconti.

E questa scelta secondo me non è stata casuale.


Ma andiamo per ordine. Le sue narrazioni sono brevi e non hanno un intreccio articolato, perché privilegiano l’approfondimento psicologico del personaggio protagonista, ruotando intorno a un episodio o a frammenti di vita.

I temi delle  novelle riguardano infatti la vita reale, nelle sue infinite sfumature, dalle abitudini quotidiane all’interiorità fatta di pensieri, sogni e persino allucinazioni. 

Questa varietas stimola l’interesse dei lettori e arricchisce la conoscenza di noi stessi e del nostro agire nel mondo.

Tornando alla scelta della brevitas, essa è efficace, perché consente l’utilizzo di un narratore unico (Ricky), che, pur  non variando  il punto di vista, tuttavia non annoia i lettori.

I personaggi sono tutti credibili, perché sono reali o perlomeno verosimili: le coordinate spazio-temporali delle novelle sono indicate in modo dettagliato e preciso, inoltre si fanno anche riferimenti alla storia, all’economia, alla politica.

Risulta particolarmente evidente l’analisi dei sentimenti e degli stati d’animo dei personaggi, di cui l’autore indaga anche le motivazioni profonde, spesso inconfessate, che li spingono ad agire. 

Tutto questo, unito a non trascurare lo sfondo sociale, politico ed economico in cui si collocano le vicende, fa dei personaggi i simboli della condizione umana, che non è mai classificabile in modo rigido o assoluto, date le innumerevoli sfaccettature dell’esistenza.

C’è un altro elemento caratteristico della novellistica che, a mio avviso, è molto accattivante per chi fa il lavoro di Angelo Bottiroli: la funzione “giornalistica” e la rappresentazione realistica dei costum.

Leggendo le “Storie” che ha scritto, mi sono resa conto che Angelo è un realistico pittore di costumi e di situazioni e che si è proposto non solo di “dilettare” i suoi lettori, ma anche di informarli.

Insomma, ha rielaborato i ricordi della sua vita e li ha generosamente affidati alla sensibilità dei lettori, per renderli più attenti e consapevoli…

Marialuisa Ricotti

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