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L’Osservatorio della Salute della donna da due bollini rosa all’ospedale di Alessandria

Ricevuti due Bollini Rosa dalla Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere, per il biennio 2020-2021: un riconoscimento che fin dal 2007 attesta l’attenzione dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria nei confronti della salute della donna.

Ci rende davvero orgogliosi ricevere nuovamente i Bollini Rosa di Onda – afferma Daniela Kozel, Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera – che riconoscono a questo ospedale l’appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici dedicati alle donne e in grado di assicurare un approccio efficace ed efficiente in relazione alle esigenze e alle caratteristiche psico-fisiche della paziente, la presenza di specialità cliniche specifiche per le principali patologie femminili e l’offerta di servizi aggiuntivi riguardanti necessità religiose, culturali e assistenziali”.


Questa nona edizione dei Bollini Rosa ha visto la partecipazione di 344 ospedali italiani e il patrocinio di 23 società scientifiche, con l’obiettivo di promuovere un approccio gender-oriented all’interno delle strutture ospedaliere, riconoscendo così l’importanza della sua promozione attraverso servizi e percorsi a misura di donna in tutte le aree specialistiche.

La valutazione degli ospedali partecipanti e la conseguente assegnazione dei Bollini Rosa, è avvenuta tramite un questionario di candidatura composto da quasi 500 domande suddivise in 18 aree specialistiche. Un’apposita commissione multidisciplinare, presieduta da Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Salute della Donna, del Bambino e di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli di Roma, ha poi validato i bollini conseguiti dagli ospedali considerando gli elementi qualitativi di particolare rilevanza e il risultato ottenuto nelle diverse aree specialistiche presentate.

L’iniziativa permette ancora una volta all’Azienda Ospedaliera di focalizzare l’attenzione sul problema delle donne ricoverate in ospedale, sulle loro necessità di cure specifiche e sulle difficoltà che derivano dal loro forzato distacco dalla famiglia, introducendo una prospettiva di genere all’interno dell’erogazione delle cure mediche che possa migliorare la salute delle donne stesse e non solo.

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