Presentata questa mattina in Comune a Taggia l’iniziativa della Rete d’Imprese agricole “Terre del Moscatello” che benefica di un finanziamento della Regione Liguria e della Unione Europea, nell’ambito della Misura 16.04 del P.S.R. Liguria 2014/2020. Dieci aziende agricole, tutte facente parte della Associazione dei Produttori del Moscatello, si sono unite per promuovere insieme tutti i prodotti, compresi i vini e ovviamente il Moscatello di Taggia.
Il Presidente della Rete Marco Risso ha spiegato il valore dell’iniziativa, con l’aiuto dell’agronomo Renato Veruggio che è stato uno degli autori del progetto che è stato finanziato al 100%, e con il supporto della vice Sindaco di Taggia Chiara Cerri che ha lodato e apprezzato l’iniziativa e i potenziali risvolti, sia per la produzione agricole che per il mercato turistico.
Misura PSR
Regione Liguria – PSR 2014-2020
Mis. 16.4 – Aiuti per la promozione e lo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali.
Rete d’Imprese
La Rete d’Imprese agricole Terre del Moscatello è una aggregazione di aziende del ponente ligure.
È nata con lo scopo di promuovere la vendita dei frutti delle aziende agricole, sia il Moscatello, che gli altri vini, che gli altri prodotti.
Vi aderiscono oggi 10 produttori:
Tenutemf Srls Agricola – Imperia
Calvini Luca – Sanremo
Giannascoli Anna Maria – Bussana di Sanremo
Rovebella – Fratelli Ribul Ssa Santo Stefano al Mare
Podere Donzella di Donzella Elena – Castellaro
Lagazio Valentina – Terzorio
Da Parodi Ssa – Castellaro
Ssa Mammoliti – Ceriana
Ferrari Giacomo – Terzorio
Zunino Antonio – Taggia
Tutti gli aderenti alla Rete d’Imprese agricole Terre del Moscatello sono prima di tutto iscritti alla Associazione dei Produttori del Moscatello (www.moscatelloditaggia.it), la quale si è data l’obiettivo di garantire la qualità con un rigido disciplinare di produzione ed accurati controlli.
Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia
Il Moscatello di Taggia è un vitigno aromatico a bacca bianca coltivato nella Riviera Ligure di Ponente. È un “Moscato bianco”, ha il grappolo a forma tronco conica e gli acini tondi di colore giallo dorato, che presentano una caratteristica “piga” all’estremità.
Da questo vitigno si ottengono oggi tre vini Riviera ligure di ponente DOC, sottozona Taggia: Secco, Vendemmia tardiva e Passito.
Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Secco
Colore giallo paglierino lieve e luminoso. Al naso presenta un buon ventaglio aromatico, con l’aggiunta di profumi di agrumi, mandarino in particolare, frutta a polpa bianca (pera). In bocca fresco, intenso e sapido con un finale gradevolmente ammandorlato. Ottimo come aperitivo, trova particolare abbinamento anche con prodotti a base di pesce conservato sotto sale, come salatini con acciuga, pasta alla bottarga, sardenaira con acciughe.
Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Vendemmia tardiva
Colore giallo paglierino intenso e vivo, profumi aromatici e fruttati, frutta sotto spirito e scorza di agrumi candita, floreale con qualche leggera speziatura. Pieno ed equilibrato con un finale lungo e piacevole. Abbinabile con formaggi stagionati e dolci con poco zucchero.
Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Passito
Colore dorato intenso con leggeri riflessi ambrati, ampio ventaglio aromatico con fiori appassiti, frutta disidratata, scorze di agrumi candite, frutta secca, spezie. In bocca sontuoso ed equilibrato, con un residuo zuccherino che non diventa mai stucchevole. Abbinabile con formaggi erborinati e dolci strutturati (ad esempio Pandolce genovese e Stroscia di Pietrabruna).
Storia
Del Moscatello di Taggia si ha notizia per la prima volta nel 1416, ma già nei decenni precedenti, negli Statuti comunali di Taggia, veniva dato grande spazio alla tutela dell’uva in maturazione e nel periodo della vendemmia. Non esistono sino ad ora riferimenti diretti al Moscatello di Taggia per i periodi precedenti, tuttavia in alcuni documenti del 1259 si parla di grandi vigneti a Bussana e ad Arma, tra cui la cosiddetta “vigna dei monaci”. Addirittura, esiste un documento del 979, nel quale il vescovo di Genova Teodolfo concede ad alcune famiglie la possibilità di mettere a coltura le terre da tempo abbandonate tra Sanremo e Taggia, prescrivendo l’impianto della vite.
Dal Cinquecento in avanti, la fiorente trattatistica enologica sottolinea sempre l’importanza di questo vino ligure, ottenuto da omonimo vitigno aromatico, nel panorama vinicolo nazionale, in cui si distingue per l’indubbia qualità e la rinomanza raggiunta grazie al felice inserimento sui mercati di Roma e del nord Europa, dove risulta uno dei più costosi e importati.
Nel 1445, ad esempio, Simone Grillo, mercante genovese, carica a Taggia 131 botti di vino da trasportare verso i porti dell’Inghilterra e delle Fiandre. A Roma giungono 25 botti di Moscatello: le fonti doganali comprovano che tale nettare aveva un valore spesso anche superiore a quello dei vini più costosi e pregiati del Quattrocento.
Oppure, nel 1559, il Moscatello di Taggia viene celebrato tra i migliori vini d’Italia da Sante Lancerio, “bottigliere” di Papa Paolo III: Il Moscato o Moscatello “viene all’alma Roma da più provincie, e per mare e per terra, ma il meglio è quello che viene dalla Riviera di Genova da una villa nomata Taglia, e quelli non hanno del cotto come quelli di Sicilia e di Montefiascone. A volere conoscere la loro perfetta bontà, bisogna non sia di colore acceso, ma di colore dorato, non fumoso e troppo dolce, ma amabile, et abbia del cotognino e non sia agrestino”.
Ma nel gennaio del 1709 il gelo distrugge le colture. Contestualmente, la notevole e continua richiesta di olio proveniente dalla manifatture del sapone di Marsiglia stimola i contadini a tagliare le viti e a diffondere maggiormente l’olivo.
Intorno al 1820-1830, Giorgio Gallesio, noto naturalista di Finale, nella sua Pomona Italiana scrive che ormai i “Moscati sono caduti tutti”, compreso quello di Taggia, e non “ardiscono più comparire nelle mense di lusso, ove si preferiscono i Madera, i Heres, i Ximenes”.
Dal 1889 al 1891 l’epidemia di fillossera distrugge gli ultimi vigneti taggesi e riduce notevolmente quelli di Bussana; la piaga determina la pressoché definitiva scomparsa del vitigno moscatello dai filari.
Agli inizi del nuovo millennio comincia l’attività di recupero, da un’idea della Comunità Montana Argentina-Armea. Successivamente, un gruppo di produttori appassionati stimolati dal libro l’Ambrosia degli Dei del Prof. Alessandro Carassale, è andato in cerca delle piante superstiti sul territorio, le ha studiate per oltre un decennio coinvolgendo importanti istituzioni scientifiche come l’Università di Torino ed il CNR di Grugliasco, al fine di moltiplicare la varietà originale. Le nuove piante ottenute dalla ricerca sono state messe a dimora dai produttori associati per riprendere la produzione del celebre nettare.
Enoturismo
L’attività della Rete di Imprese agricole “Terre del Moscatello” avrà come centro principale la sede di via Cardinal Gastaldi 15B a Taggia (IM), nell’ex Germinal, in pieno centro storico. Qui verranno proposti, su appuntamento e per piccoli gruppi, assaggi, vendita diretta, degustazioni dei prodotti delle Aziende agricole e verranno organizzati eventi promozionali indirizzati a target specifici, con l’obiettivo di posizionare il Moscatello di Taggia su livelli di eccellenza: Ristoratori, Operatori del settore turistico, Giornalisti, Appassionati (vino, gastronomia, tradizioni), Enti pubblici. Le aziende agricole sono impegnate nella creazione del piano di comunicazione e disseminazione, che verrà presentato nelle prossime settimane.