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I giovani del Marconi di Tortona al Santuario per ricordare Don Puglisi

Non ho  paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti”. Con queste parole Suor Carolina Iavazzo, collaboratrice di Don Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, arriva direttamente al cuore dei giovani che riempiono la sala dell’Auditorium del Mater Dei e che si sono avvicendati addirittura in due turni per poterla ascoltare.

Nella mattinata di venerdì 22 novembre, il Centro orionino del Mater Dei ha ospitato centinaia e centinaia di studenti dei diversi istituti superiori di Tortona e delle città limitrofe, che hanno partecipato al convegno “L’ultimo sogno di un prete. Educare alla legalità. Un impegno di tutti”. L’iniziativa, organizzata e animata dalla Pastorale giovanile e dai volontari dell’associazione universitaria “Osservatorio Antimafia” di Pavia, ha permesso ai giovani di avere momenti di lavoro di gruppo, in cui sono stati approfonditi alcuni aspetti della lotta alla mafia e le figure delle tante vittime, dirette e indirette, che hanno provato a ribellarsi alla sudditanza e alla sopraffazione dei clan.


Il momento più coinvolgente dell’evento, che ha catalizzato l’attenzione dei presenti,  è stato quello dell’intervista a Suor Carolina Iavazzo sull’ attività svolta insieme a Don Puglisi al Brancaccio, un  quartiere palermitano considerato ad altissimo rischio di infiltrazione mafiosa, “dimenticato da Dio e dallo Stato”, dove mancava tutto e regnava incontrastata “Cosa nostra”.

La mafia favorisce l’ignoranza e ne è favorita”, racconta Suor Carolina: “Padre Pino amava ridere, scherzare e stare con i giovani.  Intanto li toglieva dalla strada e li accoglieva in un ambiente protetto, il “Centro Padre Nosto,” che le suore e i volontari avevano ricavato da un palazzo fatiscente di via Hazon, per riscattarli dalla povertà e dal degrado”.    

Solo per questo la Mafia ha ucciso il prete coraggioso. Il Centro attirava moltissimi ragazzi e indirettamente avvicinava anche le loro famiglie,  creava una rete di solidarietà che dava fastidio ai clan e costituiva un baluardo contro le loro ingerenze..

Suor Caterina ha ricordato anche  le scene toccanti del film documentario ”Alla luce del sole” del regista Roberto Faenza, attratto dalla figura di padre Puglisi come educatore, e interpretato da Zingaretti che, nel ruolo di  Don Puglisi, propone una figura molto aderente alla realtà. La regia non si abbandona allo stile delle fiction ma rimane fortemente realistica nel ritrarre la situazione disastrata della periferia palermitana, la forza di volontà, l’allegria e la serenità con cui Don Pino e i suoi volontari affrontavano ostacoli di tutti i generi, sia da parte della burocrazia statale, sia per le intimidazioni e violenze che i mafiosi mettevano in atto contro il sacerdote e che colpivano anche tutti coloro che operavano alla luce della legalità.                                                         
Suor Caterina conclude e saluta tutti i partecipanti  in seduta plenaria, nello spazioso Santuario della Madonna della Guardia, “ vivere o vivacchiare? Non basta non fare male, non bisogna essere passivi di fronte al male, non dobbiamo essere quella zona grigia  che sta alla finestra a guardare..Bisogna avere il coraggio di scegliere….per non accorgersi alla fine della vita di non aver mai vissuto

                                                      La Redazione Marconews

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