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Cibi low cost, attenzione ai prezzi troppo bassi: quali regole e controlli sulla qualità?


Dalle vendite sottocosto, che devono seguire regole precise, ai buoni spesa è caccia agli sconti e al prezzo più basso. E così, accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili. Risultato? Vola la spesa nei discount alimentari con un aumento su base annuale del 5,2% e a risentirne è la qualità di ciò che si acquista e, soprattutto, la salute.

“Un prodotto alimentare su quattro viene acquistato dagli italiani in promozione con l’obiettivo di cercare il risparmio e ridurre i costi del carrello della spesa, con effetti evidenti sul contenimento dell’inflazione. – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – Alla luce dei consumi stagnanti, occorre scongiurare ogni ipotesi di aumenti sull’Iva che rischiano di generare una pericolosa spirale recessiva, ridurre ulteriormente i consumi e pesare sui cittadini più deboli. Il problema è che dietro la spesa low cost si nascondono spesso ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. Molte volte nei discount i prodotti provengono dall’estero dove le regole ed i controlli sulla qualità sono ben diversi rispetto all’Italia, a discapito della salute dei consumatori”.


Tra i prodotti alimentari venduti in offerta ci sono anche quelli simbolo della dieta mediterranea, dal vino alla frutta. Una situazione non più sopportabile per cui serve intensificare l’attività di controllo e vigilanza anche per evitare che vengano spacciati come nazionali prodotti importati ma è anche necessario al più presto il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori.

“In generale, ai consumatori consigliamo di verificare con attenzione le etichette prima di acquistare e di preferire il canale della vendita diretta che, come registrano i dati, sta riscontrando un boom ultimamente con sempre più presenze nei mercati proprio perché si possono trovare prodotti freschi, genuini, oltre che di sicura e certa provenienza. Scegliere prodotti a chilometri zero è un segnale di interesse verso il proprio territorio, la tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale” ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

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