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Sanremo, rete illegale sequestrata dalla Guardia Costiera

Importante obiettivo ambientale raggiunto la scorsa notte dalla Guardia Costiera ligure a tutela dello specchio di mare antistante le acque della regione, che costituisce il cd. Santuario dei cetacei, habitat naturale per lo stanziamento e la riproduzione di balene, capodogli, delfini, mante, tartarughe etc.

Infatti, con una prolungata, delicata ed importante operazione di polizia marittima svoltasi a circa quindici miglia al largo di Sanremo, gli uomini della Guardia Costiera ha operato il sequestro di circa due chilometri e mezzo di una rete da pesca illegale, utilizzata da un pescatore sanremese. La rete, del tipo “da posta”, deve il suo nome al fatto che rimane in sospensione sulla superficie del mare, costituendo una sorta di muraglia che, come riscontrato nel caso specifico, veniva utilizzata senza rispondere ai prescritti criteri di selettività, risultando una potenziale trappola per qualsiasi specie marina. Fortunatamente la tempestività di intervento dei militari della Guardia Costiera ha fatto sì che nessun esemplare sia incappato nella micidiale rete.


Il prezioso obiettivo è stato raggiunto grazie all’acume investigativo del personale del locale Ufficio Circondariale marittimo che, sotto il coordinamento della Capitaneria di porto di Imperia, ha operato una costante, attenta e preventiva attività di monitoraggio, con la quale si è potuto individuare l’illecito e il suo autore, permettendo all’equipaggio della motovedetta “CP 288” della Direzione Marittima di Genova l’intercettazione dell’unità da pesca coinvolta che aveva mollato gli ormeggi dal porto di Sanremo.

L’unità navale della Guardia Costiera ha operato in piena notte ed a seguito di un’accurata ricerca effettuata con i sofisticati apparati radar di cui è dotata è riuscita ad individuare e fermare l’unità da pesca, a circa quindici miglia dalla costa, con a bordo due pescatori intenti a salpare l’attrezzo. Dopo un’accurata analisi e registrazione delle predette operazioni da parte dell’ispettore pesca della G.C. presente a bordo della motovedetta, constatato che l’attività di pesca in corso era illecita, l’equipaggio ha “invitato”

il comandante del motopeschereccio a  ultimare le operazioni di salpamento della rete e a rientrare nel porto vecchio di Sanremo. Una volta all’ormeggio, i militari della Guardia Costiera hanno ispezionato dettagliatamente l’unità e a misurare l’intera rete, risultata esser lunga quasi due chiliometri e mezzo e riconosciuta essere illegale per caratteristiche e modalità di impiego secondo quanto disciplinato dalle vigenti norme di settore. L’attrezzo da pesca è stato quindi sottoposto a sequestro amministrativo, mentre al comandante dell’unità è stato contestato un verbale amministrativo, di importo fino a seimila euro.

L’operazione svolta dalla Guardia Costiera ligure  conferma il diuturno impegno dei suoi uomini e donne a tutela dell’ambiente marino. Ciò ha permesso non solo di sottrarre al trasgressore un attrezzo illegale per la migliore tutela degli stock ittici, ma ha consentito di compiere un importante, ulteriore passo verso la salvaguardia del Santuario Pelagos dove, per le specie viventi che popolano questo tratto di mare, reti non conformi con le caratteristiche di quella sequestrata costituiscono, nella quasi totalità dei casi, trappole mortali.

La sinergica attività di indagine e la relativa azione repressiva portata a termine nell’occasione dal personale della Guardia Costiera ligure, con i conseguenti lusinghieri risultati conseguiti, hanno messo in risalto la preziosa collaborazione operativa sviluppata a livello regionale, sia sotto il profilo dell’impiego delle risorse strumentali di cui il Corpo delle capitanerie dispone, sia della professionalità del personale dell’Ufficio marittimo di Sanremo, della Capitaneria di porto di Imperia e della Direzione marittima della Liguria.

La Guardia Costiera  ligure conferma che I controlli in mare continueranno senza soste anche nelle prossime settimane per  “scoraggiare” che altri pescatori irresponsabili possano mettere a rischio questo importante patrimonio faunistico che ha scelto proprio il nostro mare per viverci stabilmente e riprodursi.

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