Soluzioni immediate per fare fronte alla carenza di medici e personale sanitario, riduzione delle liste d’attesa, investimenti nell’edilizia sanitaria ma verificando prima dove e come si costruiscono le nuove strutture, grande attenzione nei bilanci delle Aziende sanitarie regionali: sono alcuni dei temi affrontati dal Presidente Alberto Cirio e dall’assessore Luigi Icardi, ad un convegno sul futuro della Sanità oggi a Torino.
“Gli attuali conti della sanità sono in ordine e dobbiamo fare in modo che si mantengano tali anche in futuro- ha detto il Presidente Alberto Cirio. E’però ben evidente che ancora oggi ci troviamo in una situazione di emergenza ed in uno stato di necessità come quello attuale è fondamentale definire un nuovo patto con tutti i protagonisti della sanità piemontese, pubblici e privati. Con una programmazione più attenta, a cui abbiamo già dato corso investendo nelle borse regionali di specializzazione, nell’arco di tre anni potremo finalmente ritornare ad una situazione di normalità. In questo frangente, la potestà ed il controllo resteranno sempre in modo saldo in mano all’autorità pubblica come è giusto ed indispensabile in un ambito così delicato. Ma in questo periodo dobbiamo inventare soluzioni nuove per le quali è fondamentale l’apporto di tutti.”
“Il Parco della Salute va fatto, ma in tempi certi e dopo una serie di verifiche, che stiamo facendo per quanto concerne le bonifiche propedeutiche. Dopo i casi di Nizza Monferrato, Verduno, e dello stesso nostro grattacielo – hanno sottolineato Cirio ed Icardi – non possiamo permetterci di partire con un’opera che poi non viene fatta in tempi certi. E le opere si realizzano in tempi certi solo se prima dei lavori abbiamo fatto tutte le verifiche”
“La sanità si governa guidandola con due mani, una che guarda alle risorse e una ai problemi sanitari. Devono essere coordinate e girare nello stesso verso. Chiederemo una diversa ripartizione del Fondo sanitario nazionale, che tenga maggiormente conto della quota di anzianità della nostra regione- ha detto Icardi. Abbiamo consapevolezza che dal 2020 non avremo più a disposizione alcun tesoretto e quindi è fondamentale che tutti i direttori generali facciano uno sforzo per migliorare i conti e per non ricadere nei vincoli del piano del rientro che per 7 anni ha penalizzato il Piemonte. Nei confronti della sanità privata, nessuna preclusione ideologica ed ampia disponibilità a collaborare, mantenendo la governance pubblica. Il nostro modello è il Veneto, dove la sanità funziona bene ed il privato ha una quota complessiva del 7%, mentre in Piemonte la quota di sanità privata ospedaliera per le acuzie è intorno al 3,5%.”