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Stupenda serata a Rivalta Scrivia per l’inaugurazione del Festival delle orchestre giovanili. Le immagini


Una serata che consacra ulteriormente la musica di Lorenzo Perosi, che dopo Mozart e Beethoven è stato forse il compositore di musica classica più grande che il mondo abbia mi avuto.

Non si scandalizzino i tanti appassionati ed esperti del settore per questa frase, ma se fossero stati presenti al concerto che si è tenuto domenica sera all’Abbazia di Rivalta Scrivia e che ha inaugurato “Youth 2019 – il III° festival delle orchestre giovanili” con l’orchestra del Conservatorio “Giuseppe Verdi di Torino” diretta da Giuseppe Ratti, capirebbero il motivo di questa affermazione, perché la musica di Haydn suonata dopo la suite “Tortona” di Lorenzo Perosi, sembrava davvero poca cosa e se ne sono accorti in tanti, anche chi di musica classica sa poco o nulla.

E parliamo di Haydn, cioé il maestro di Beethoven e di un ‘opera (la sinfonia n. 100 in sol maggiore ‘Militare’) che era senza dubbio molto piacevole ma che, ascoltata dopo Perosi, ha perso di ogni consistenza e sembrava quasi una canzonetta rispetto all’impetuosità e alla tumultuosità della suite n. 5 per orchestra intitolata “Tortona” che Perosi evidentemente ha scritto pensando alla sua città.

Una musica, quella del compositore tortonese, in grado di suscitare emozioni forti, ben distanti da quella all’acqua di rose di Haydn.

La tumultuosità dell’opera di Perosi si avvicina molto di più alle ultime sinfonie di Beethoven, e al requiem e aio concerti per pianoforte e orchestra di Mozart che non ai testi di altri compositori.

Era la prima volta che un’orchestra giovanile suonava Perosi ed è stato fantastico ascoltare come i giovani musicisti l’hanno interpretato.

La differenza tra Lorenzo Perosi e gli altri compositori, a parte la profondità delle partiture, consiste forse nel fatto che mentre tutti gli altri voltano e rivoltano un tema musicale scavandone all’interno fino a quando non lo hanno affrontato in tutte le sue tematiche, Perosi non lo approfondisce fino allo sfinimento musicale ma cambia continuamente melodia e quando sembra ritornare al tema principale (come fanno tutti gli altri) lui lo cambia, ne inventa uno nuovo e va avanti così perché la sua verve e la sua creatività erano qualcosa di incredibile.

Chi ama la musica classica ama Perosi e non può che apprezzarne lo stile.

Mentre veniva eseguita la suite “Tortona” e si chiudevano gli occhi, infatti, sembrava di vederlo mentre componeva ed era invaso da un turbinio di sentimenti positivi e negativi che trasparivano tutti nelle note che si levavano nell’aria: dolci o prepotenti, rudi o melodiche, come i sentimenti che la città di Tortona riesce a dare a ciascuno di noi. Una città che coi suoi abitanti sa essere positiva o negativa, apprezzata oppure odiata a seconda quello che ci accade e dei momenti che viviamo.

Momenti che Perosi ha saputo trascrivere nelle sue partiture, nella musica che ieri sera ha consacrato un grande compositore che merita di essere accostato ai due più grandi della storia, perché Perosi è Perosi: non c’è nessuno come lui.

Sentite la musica dal vivo, sentite le emozioni che il compositore tortonese è in grado di suscitare e poi mi darete ragione.

Angelo Bottiroli

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