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Personaggi Alessandrini: Paolo Sacco e il sogno delle argenterie

Gli alessandrini sono stati abili artigiani, eccellenti nel produrre cappelli, calzature, aromatici profumi, ecc.. con i loro laboratori ad uno ad uno ormai scomparsi o quasi.

Un testimone di quel tempo è ancora l’Argenteria Sacco  


L’attività artigianale di Alessandria era ben viva, all’artigianato erano dedite migliaia di persone, fra le quali oltre mille lavoravano nel settore dei metalli preziosi per la casa, fiore all’occhiello della nostra economia, durata parecchi decenni tanto da essere meglio conosciuta come la «Capitale dell’Argento»: oggi, il fiore all’occhiello, di questo ricordoè rimasta solamente l’Argenteria Sacco, alla soglia del secolo di vita.

È importante individuare i motivi di questa sopravvivenza, dovuta la merito dei titolari i quali si sono prodigati d’abbellire le case con i loro prodotti, abbinati ad altri materiali pregiati come il quarzo, l’ambra, l’ebano ecc..

Paolino Sacco è stato il pioniere di questa gentilizia attività, nato a pieve del Cairo nel1915, inizia la produzione di borsette in argento destinate a signore dell’alta borghesia, da mostrare nelle grandi occasioni mondane, in gran voga a quel tempo quando l’opera lirica è fortemente radicata nei gusti dell’aristocrazia più raffinata.

Egli ha uno spirito intraprendente, cerca nuovi spazi, magari rinomato ove trasferire il proprio laboratorio.

La città di Alessandria, dopo tanti ripensamenti, pare sia la meglio adeguata ai suoi progetti in quanto è una città di dimensioni maggiori, è sede di frequentatissimo teatro sperimentale, ha all’attivo diversi laboratori argentieri vivaci ove c’è una concorrenza costruttiva: dunque si trasferisce, nel 1920 a Valmadonna per valutare meglio le esigenze degli acquirenti, quindi confermare definitivamente, negli anni a venire, la sede nel capoluogo.

I suoi prodotti arrivano anche in Sardegna; proprio a Cagliari ha predisposto un punto vendita d’eccellenza per offrire i prodotti usciti dalle mani sue, nonché dei suoi dipendenti.

I casi della vita sono imprevedibili! Per una sventura conosce personalmente la Marchesa di Sant’Elia, la quale sarà per tutta la vita sua fedelissima cliente.

La caratteristica dell’impresa consiste nel gestire i pochi dipendenti fissi, assolutamente attendibili, molte parti della produzione sono affidate all’indotto, è la continua varietà degli oggetti proposti a tenere sempre in auge l’esercizio.

Insomma sono quattro generazioni interessate a continuare nel settore, la loro caparbia volontà è un’eccellenza per il nostro territorio.  

                                                                           Franco Montaldo  

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