Mancano pochi giorni all’8 marzo e anche quest’anno ci prepariamo a rendere quella giornata un momento di sciopero, lotta, condivisione e contrasto alla barbarie di questo nuovo medioevo culturale in cui viviamo.Gli attacchi ai diritti e ai corpi delle donne e delle soggettività non etero-normate sono andati moltiplicandosi ad ogni livello – globale, locale e nazionale – inseriti in una più ampia guerra portata avanti violentemente nei confronti di ogni forma di alterità, potenzialmente in grado di mettere in discussione gerarchie e potere.In tutto il mondo assistiamo a spaventose regressioni, politiche prima che culturali, che ci costringono a ritornare su questioni che speravamo essere definitivamente chiuse; prima fra tutte il diritto all’aborto, che nel 2019 sembra non essere ancora stato accettato da alcuni ministri del nostro Paese, pericolosamente scimmiottati da alcuni amministratori locali. Ricordiamo bene quanto accaduto alla fine del 2018 nella nostra città, quando alcuni consiglieri comunali presentarono una mozione a sostegno dei movimenti pro life e in contrasto con la legge 194, tutt’oggi in attesa di essere discussa e votata in consiglio comunale.
Da tempo Non una di Meno pone l’accento sulla dimensione strutturale e diffusa della violenza di genere e oggi più che mai se ne può vedere la complessità: mentre femminicidi, stupri e violenze domestiche non accennano a diminuire, un sistema sempre più discriminatorio e neoliberista ci impone il ruolo di “welfare sociale gratuito”, subordinando le nostre vite alla famiglia, ai mariti e alla cura esclusiva dei figli (basti pensare al DDL Pillon o alla falsa flessibilità del congedo di maternità).Intanto i nostri stipendi rimangono sempre più bassi di quelli dei nostri colleghi uomini, continuiamo a dover scegliere tra maternità e lavoro e l’educazione – ad ogni livello scolastico – continua ad essere basata sulla binarietà dei generi e sulla riproduzione di stereotipi e attese sociali ad essa legati. Le soggettività LGBTQI+ e tutte/i coloro che non si riconoscono in una distinzione netta tra uomini e donne vivono un’esistenza negata e subiscono patologizzazioni e psichiatrizzazioni degne del medioevo (insieme ai deliri sulla teoria del gender pare che nelle scuole italiane si stia arrivando addirittura alla caccia alle streghe e agli esorcismi…). Ogni giorno vediamo limare quei già scarni diritti che dovrebbero garantire alle coppie omosessuali di crescere bambini, vivere insieme e appoggiarsi l’una/o all’altra/o e a questo proposito vogliamo cogliere ancora una volta l’occasione per ribadire l’entusiasmo di Non una di Meno all’idea del pride che si terrà ad Alessandria il 1 giugno.Infine lo sposalizio, oggi più saldo che mai, tra sessismo e razzismo; un connubio che rende bene l’idea e chiarisce la spaventosa prospettiva che si sta inseguendo, quella di una riproduzione gerarchica di ruoli basata sulla discriminazione, sullo sfruttamento e sull’odio.Nonostante la violenza che sempre più fortemente permea le relazioni sociali e di genere in ogni angolo di mondo, esistono nella quotidianità di tante e tanti piccoli spiragli di luce, che restituiscono speranza e indicano nuove strade da percorrere. L’8 marzo sarà per la parte migliore di questa città un’occasione per riprendere il cammino e far sentire che una voce alternativa, nuova, forte e determinata esiste.
Esattamente un anno fa questa meravigliosa rete di corpi, idee e pensieri che è Non una di Meno dava vita all’idea di aprire una Casa delle Donne in città e oggi – a dispetto dei “no” dell’amministrazione comunale e delle smorfie di chi ci credeva sognatrici immature – quell’assurdo sogno è una realtà concreta.
Una realtà nata da una scelta fatta “gettando il cuore oltre l’ostacolo”, scegliendo di osare e mettersi in gioco, anche a costo di andare contro le regole, rimettendo a disposizione della cittadinanza uno spazio splendido chiuso da più di un anno e abbandonato a sé stesso e all’umidità.
Da quel 9 giugno 2018 la Casa delle Donne ha iniziato a prendere vita, trasformandosi di giorno in giorno grazie alla disponibilità, alle energie e al tempo che decine di persone hanno dedicato a questo progetto.Oggi all’interno della Casa si sviluppano iniziative e attività che rendono vivi i suoi locali, garantendo alle donne (e non solo) della città la possibilità di incontrarsi in un luogo amico, che sia ad un tempo in grado di accogliere i desideri e le istanze di ciascun* e di elaborarne collettivamente di nuovi.La Casa delle Donne – così come altri luoghi che anche ad Alessandria costruiscono quotidianamente argini alla violenza e al razzismo – ci insegna che osare è ancora possibile; e mai come ora necessario.L’8 marzo sarà una giornata di sciopero globale delle donne. Sciopero dal lavoro, ma anche e soprattutto sciopero dai ruoli e dai doveri che abbiamo appiccicati addosso, sciopero dagli stereotipi e dagli stigmi, dai consumi e dai generi!
Per aderire alla giornata dell’8 marzo è sufficiente indossare qualcosa di nero e fucsia, prendersi quella giornata per sé, astenersi da ogni forma di lavoro e soprattutto… partecipare alla grande manifestazione che attraverserà le vie del centro città per concludersi alla Casa delle Donne!
Appuntamento venerdì 8 marzo in piazzetta della Lega alle ore 18.
Non una di meno – Alessandria