Ha suscitato scalpore la notizia dell’appoggio del Comune, guidato da un’amministrazione di centrodestra, al primo gay pride che si terra in città. Ed il supporto viene proprio dai due partiti che attualmente sono al governo della nazione, quello stesso governo che ha istituito il ministero della famiglia. Se dal M5S possiamo aspettarcelo, ci stupisce, ma non troppo, che accanto ad esso vi sia la Lega.
Ma al di là delle idee che muovono i partiti, che sappiamo essere incostanti, ci chiediamo cosa porterà ad Alessandria questa manifestazione. Si parla di diritti creati ad hoc per certe categorie? Si parla di discriminazioni che ne discriminano altre? L’esperienza insegna che la risposta è sì.
Alessandria, un tempo grande centro industriale, si sta spopolando. Le famiglie hanno timore a costruirsi, le istituzioni fanno promesse ma pretendono obblighi che sempre meno cittadini sono in grado di adempiere. Le coppie non si sposano, i figli non nascono, la nostra comunità viene sostituita.
E in tutto ciò il comune, invece di fare la sua parte per ridare fiducia nel futuro e cercare di incentivare l’incremento demografico, pensa bene di sostenere una manifestazione che ha come conseguenza la distruzione del concetto di famiglia tradizionale. E le proposte di nuovi tipi di famiglia vengono da una subcultura che considera il matrimonio classico come una forma di patriarcato e di sottomissione, addirittura incitando le donne a non sposarsi, a meno che non si sia dello stesso sesso.
Forza Nuova chiede al Comune di fare un passo indietro e di sostenere politiche incentrate sulla famiglia e sui figli, di cui la città oggi più che mai ha bisogno per sopravvivere. Tutti vogliamo meno grigiore in questa città, ma per sostituirlo con un arcobaleno, allora è meglio che Alessandria rimanga grigia.
Luigi Cortese -Federazione di Alessandria di Forza Nuova