E’ un deluso Marco Malpassi, segretario provinciale della Flai-Cgil, quello che lascia il ministero dello Sviluppo Economico riguardo il futuro della Pernigotti.
“Purtroppo-rivela-le promesse fatte anche recentemente, nella sua visita allo stabilimento di Novi, dal ministro al Lavoro Luigi Di Maio, sono rimaste disattese. L’ azienda non è tornata sui suoi passi. L’unica concessione che siamo riusciti ad ottenere consiste nella proroga di un mese del lavoro dell’advisor. E’ infatti stato fissato un ulteriore appuntamento per il 5 febbraio. Certo che adesso si fa dura…”
L’incontro al ministero del Lavoro era presieduto dal vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial, presenti i rappresentanti sindacali di categoria e le rappresentanze sindacali unitarie; l’azienda era rappresentata dal direttore finanziario Pierluigi Colombi e per le Risorse Umane da Agnieszka Podkowinska. Presente il sindaco di Novi, Rocchino Muliere, l’assessore regioanle Giovanna Pentenero oltre che Alberto Sportoletti, amministratore delegato di Sernet, la società advisor.
Nel corso dell’incontro sono state messe in rilievo quattro offerte di interesse, una proveniente dalla Sperlari, un’altra da un fondo indiano e delle quali si discuteva da tempo, e da un paio d’altre. “L’advisor-ha affermato Marco Malpassi-sta lavorando duramente ed in condizioni assai difficili, il tempo che ha avuto finora è estremamente poco. Infatti è stato nominato nell’incarico pochi giorni prima delle festività natalizie. Troppo poco il tempo per arrivare a dei veri e propri risultati.” “Certo-ha rivelato- ci sono quattro soggetti che potrebbero fare una parziale reindustrializzazione della Pernigotti ma la proprietà è rimasta ferma sulle sue posizioni, confermando inoltre la cessazione della attività dello stabilimento di Novi. Non ha acconsentito ad una cassa integrazione diversa da quella di cessazione, rifiutando quella di ristrutturazione. Certo soggetti industriali interessati a rilevare lo stabilimento di Novi potrebbero anche essercene ma devono acquistare il marchio che i proprietari della Pernigotti non sembrano intenzionati a cedere. A questo punto si tratta di capire se i soggetti che aveva già contattato l’azienda nei mesi precedenti e la Sperlari ed il fondo indiano formuleranno una offerta.”
Ma a questo punto regna il pessimismo: “ Alcune aziende contattate hanno già i loro stabilimenti, i loro laboratori e ci sarebbe lavoro per pochi.”
Mercoledì 9 gennaio assemblea alla Pernigotti ove i sindacalisti esporranno i risultati dell’incontro tenutosi al ministero dello Sviluppo Economico.
Una riunione difficile per lavoratori da due mesi senza stipendio e che non possono ancora usufruire della cassa integrazione. “In queste condizioni sarà certamente dura arrivare, per loro, alla prossima scadenza del 5 febbraio che potrebbe anche, come quella di oggi, non portare a risultati.” E’ arrivato, a conclusione della giornata, il comunicato del sindaco in cui Rocchino Muliere esprime la sua delusione. “La relazione presentata-afferma il sindaco-è stata molto parziale come del resto prevedibile visto il poco tempo a disposizione dell’advisor. Dopo una lunga discussione il ministero del Lavoro ha proposto di aggiornare la riunione al 5 febbraio per valutare eventuali aggiornamenti sulle offerte di acquisizione e, soprattutto, affrontare il tema della cassa integrazione. A questo proposito l’azienda rimane ferma nel richiedere la cassa integrazione per cessazione, nonostante la nostra proposta di procedere alla cassa integrazione per reindustrializzazione.” Continua il comunicato: “Auspichiamo che la proprietà decida di cedere il marchio e lo stabilimento, secondo noi la soluzione ideale per salvaguardare gli attuali posti di lavoro ed evitare la terziarizzazione della produzione, proposta a nostro parere fallimentare e difficile da attuare.” Il comunicato conclude: “Per quanto mi riguarda sono disponibile a fornire all’advisor ogni contributo utile a trovare una soluzione positiva.”
Maurizio Priano