Lo ha detto anche il sindaco di Novi, Rocchino Muliere, rivolgendosi al vescovo di Tortona, mons.. Vittorio Viola: “Ha riconosciuto il valore del lavoro e della dignità umana, l’ha posta al centro. Se, da oggi, c’è una speranza in più per una conclusione positiva della vicenda della Pernigotti è per la sua iniziativa di celebrare la messa di mezzanotte, nella notte di Natale, all’interno dello stabilimento di Novi e per il sostegno che la chiesa da ai lavoratori. “ E, questo, sicuramente per la risonanza mediatica che l’iniziativa del vescovo di Tortona ha riscontrato: non si contavano i giornali, le televisioni, le radio, le riprese in streaming, dell’iniziativa. Una iniziativa che ha messo in luce diversi aspetti.

Alla fine una persona mi confidava: “Non c’è che dire, il vescovo di Tortona ha una marcia in più rispetto agli altri, è forse sprecato per questa sede vescovile e non mi stupirei, in capo a uno o due anni, di vederlo a Roma. Forse anche come cardinale.”


Diversi aspetti, dicevamo. La sua decisione di tenere la messa di mezzanotte, una messa tradizionalmente così sentita come quella della notte di Natale all’interno dello stabilimento della Pernigotti ha ridato attenzione, se mai questa attenzione nel corso di due mesi ha avuto un calo, alla vicenda dell’azienda dolciaria novese, alla battaglia dei suoi lavoratori che continuano ad essere in assemblea permanente all’interno della fabbrica; ha creato o rinsaldato un legame fra gli stessi lavoratori e la chiesa facendo sentire quest’ultima vicina ai ceti più umili della popolazione ed anche fra questa e le istituzioni civili data la presenza di sindaci del territorio e di ex parlamentari come Mario Lovelli; ha conferito valore al volontariato data la presenza dei gruppi di protezione civile di Covezzo, provincia di Modena, e di Novi e, soprattutto, del gruppo alpini di Novi; infine, e non ultimo, ha messo in mostra la sua abilità personale nello sfruttare le situazioni che si presentano. Un pensiero, quest’ultimo, legittimo in ogni persona, anche in un ecclesiastico.

Sono le undici di sera quando inizia la funzione religiosa, il vescovo ed i sacerdoti che lo accompagnano e che concelebreranno la messa sono giunti circa venti minuti prima. Il gruppo alpini di Novi è pronto a distribuire fette di panettone, panettone portato anche dal gruppo della protezione civile di Covezzo, e bicchieri di vin brulè per riscaldare le persone in questa serata invernale. C’è il sindaco di Basaluzzo, Gianfranco Lodovici, quello di Pozzolo Domenico Miloscio ed altri sindaci del territorio; c’è il comandante dei carabinieri di Novi capitano Marzia La Piana; ci sono esponenti dell’amministrazione comunale di Novi.

C’è, soprattutto, tanta gente, si calcola sbrigativamente attorno alle cinquecento persone, tanta gente che ha portato la sua solidarietà. Numerosi i giornalisti sia della carta stampata che di radio e televisioni o di nuovi mezzi di comunicazione, i social.

Dopo la lettura del Vangelo, il vescovo di Tortona, mons. Vittorio Viola, effettua il suo intervento. E’ un intervento in cui viene sottolineata la solidarietà della città di Novi ai lavoratori della Pernigotti e della Iperdì. Affermando quindi l’importanza della presenza alla messa di mezzanotte nello stabilimento novese: “Non ci si deve riparare dietro ad alibi, era importante essere qui, questa sera. Non ci si deve arrendere pensando che il sistema è più grande di noi e non possiamo farci niente. E’ bella la risposta che la città e le istituzioni hanno dato, è un segnale importante.” Sottolineando quindi che “in un’epoca in cui una frazione di punto di borsa conta più della vita delle persone è a queste ultime ed ai lavoratori che si deve restituire la dignità ed il proprio valore.”

Il vescovo di Tortona ha affermato che non esisteva luogo più adatto dello stabilimento della Pernigotti ove tenere la messa di mezzanotte, “perchè nella società attuale contano di più il prodotto ed il suo marchio invece di chi l’ha costruito con il proprio lavoro. Il nostro è un sistema economico che opprime e genera scarti perchè non c’è più la centralità dell’uomo.” Quindi mons. Vittorio Viola ha invitato i lavoratori della Pernigotti a non arrendersi ad una “economia malata dove vengono adorati falsi idoli come il profitto ed il danaro, producendo e generando violenza.”

Concludendo, rivolto ai lavoratori sia della Pernigotti che della Iperdì: “Se potessimo fare crescere il sentimento di solidarietà e creare relazioni umane tra di noi non sarebbe meraviglioso? Noi vorremmo dirvi che siamo con voi, vicini, vi sosteniamo e preghiamo per voi, perchè questo Natale porti speranza.” Sembrava che il vescovo di Tortona avesse finito il suo intervento. Si era già seduto. Quindi si è rialzato ed ha ripreso la parola, scusandosi: “Approfitto della presenza degli alpini di Novi-ha detto-ed invito i presenti a fare delle offerte che siano a sostegno dei lavoratori. Ricordo anche che la diocesi di Tortona ha aperto un conto bancario a loro destinato.” Finita la funzione il vescovo di Tortona ha avuto un breve colloquio e scambio di auguri con il sindaco di Novi, Rocchino Muliere, ed è quindi andato a salutare il gruppo alpini con il quale si è fatto ritrarre in fotografia.

E, questo, sicuramente per la risonanza mediatica che l’iniziativa del vescovo di Tortona ha riscontrato: non si contavano i giornali, le televisioni, le radio, le riprese in streaming, dell’iniziativa.

Una iniziativa che ha messo in luce diversi aspetti. Alla fine una persona mi confidava: “Non c’è che dire, il vescovo di Tortona ha una marcia in più rispetto agli altri, è forse sprecato per questa sede vescovile e non mi stupirei, in capo a uno o due anni, di vederlo a Roma. Forse anche come cardinale.” Diversi aspetti, dicevamo. La sua decisione di tenere la messa di mezzanotte, una messa tradizionalmente così sentita come quella della notte di Natale all’interno dello stabilimento della Pernigotti ha ridato attenzione, se mai questa attenzione nel corso di due mesi ha avuto un calo, alla vicenda dell’azienda dolciaria novese, alla battaglia dei suoi lavoratori che continuano ad essere in assemblea permanente all’interno della fabbrica; ha creato o rinsaldato un legame fra gli stessi lavoratori e la chiesa facendo sentire quest’ultima vicina ai ceti più umili della popolazione ed anche fra questa e le istituzioni civili data la presenza di sindaci del territorio e di ex parlamentari come Mario Lovelli; ha conferito valore al volontariato data la presenza dei gruppi di protezione civile di Covezzo, provincia di Modena, e di Novi e, soprattutto, del gruppo alpini di Novi; infine, e non ultimo, ha messo in mostra la sua abilità personale nello sfruttare le situazioni che si presentano.

Un pensiero, quest’ultimo, legittimo in ogni persona, anche in un ecclesiastico.

Maurizio Priano

Foto: Dino Ferretti