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Acquisti natalizi a Tortona? Meglio il Centro commerciale! Il Commercio al dettaglio non può competere con chi offre caldo e prezzi bassi

Una “botta” forse decisiva alla crisi del Commercio al dettaglio a Tortona l’aveva data la Giunta di Centro-Destra nel 2006 autorizzando l’apertura, in centro città, del Supermercato Esselunga, che venne inaugurato nel 2007, anticipando quella che sarebbe stata la deblacle successiva di una crisi senza fine che si è vista anche ieri pomeriggio, venerdì 21 dicembre, alle 18 con i portici e via Emilia sud (la parte più ricca del Commercio) semideserti con pochissime persone che passeggiavano e, ancora meno, che facevano acquisti.

Pochissimi erano i negozi con un paio di clienti o più in cui la gente faceva veramente la coda.


Molti erano deserti, e se sono deserti il venerdì prima di Natale, è evidente che il Commercio al dettaglio, almeno per quanto riguarda certe categorie e tipologie di prodotti, non può avere futuro.

E d’altro canto è anche logico: per quale motivo un consumatore dovrebbe fare acquisti nel centro storico di Tortona nell’imminenza delle feste natalizie, quando deve uscire al freddo camminare sotto i portici e lungo le strade sempre al freddo, guardare le vetrine imbacuccato, entrare e chiedere se hanno un certo prodotto e poi accorgersi che in molti casi acquistarlo costa molto di più che al centro Commerciale o su Amazon dove arriva direttamente a casa il giorno dopo?

Non è una questione di parcheggi, perché anche se piazza Duomo fosse isola pedonale (come sarebbe logico in ogni città che si rispetti), Tortona ha la fortuna di avere un bellissimo parcheggio coperto proprio a ridosso del centro storico, quello alla ex caserma Passalacqua che costa molto meno che lasciare l’auto in superficie, sulle strisce blu, e con 60 centesimi si può parcheggiare poco meno di un’ora e mezza.

Quindi è inutile che certi commercianti giustifichino la crisi di clienti con mancanza di parcheggi: NON E’ VERO! Il problema del Commercio è strutturale e non riguarda solo Tortona.

Il problema è che certe tipologie del Commercio al dettaglio non hanno futuro perché non possono competere con i centri commerciali e con l’e-commerce, tutto qui.

E d’altro canto se anche sotto i portici nella centralissima Corso Vittorio Emanuele a Milano che collega piazza Duomo a Piazza San Babila ed è considerata una delle strade più importanti dello shopping, tanti negozi hanno chiuso, un motivo ci sarà.

I Commercianti tortonesi dovrebbero mettersi il cuore in pace: in città, è già tanto che riesce a sopravvivere il centro commerciale che, sempre nella stessa giornata di ieri, era pieno di gente, anche se non come alcuni lustri fa.

Oltre alla solita offerta, inoltre, il centro Commerciale Oasi, come fa ormai da alcuni anni, ha arricchito la varietà di generi ospitando nei corridoi alcune bancarelle di prodotti artigianali e se un’azienda agricola che conosciamo bene, decide di vendere i loro prodotti lì piuttosto che negli stand di “Assaggia Tortona” domenica scorsa anche se con una spesa maggiore, si comprende perché il commercio al dettaglio – almeno per certe tipologie – non può avere futuro.

Ha fatto bene l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Gianluca Bardone ad organizzare iniziative nel centro storico come ha fatto dall’inizio del suo mandato per ravvivare la città, e mai si ricordano così tante manifestazioni culturali come quelle nell’ultimo periodo, ma non sono queste, purtroppo, che che riusciranno a risollevare il Commercio al dettaglio, né nessun’altra cosa, perché non c’è nulla, a nostro avviso, che possa salvare certi settori che, come detto, non possono competere con l’e-commerce e i centri commerciali.

Il piccolo Commercio è destinato quindi a morire? Per certe categorie noi pensiamo di sì, anche perché le giovani generazioni fanno acquisti solo su Internet e una volta morti i vecchi, chi andrà a comperare nei negozi?

Questo naturalmente non significa che i centri storici delle città smetteranno la loro funzione e rimarranno senza negozi, ma semplicemente che il centro storico non sarà più individuato come il luogo dove fare acquisti come accadeva in passato, ma fino a quando rimarrà sede di manifestazioni, sarà individuato dalla gente come il luogo dello svago e del divertimento.

Sempre più spesso le persone frequenteranno via Emilia e zone limitrofe solo in caso di necessità (per recarsi presso Uffici pubblici o privati, posta, banche, assicurazioni, ambulatori medici o altro) o per svago, in occasione di manifestazioni.

In entrambi i casi gli unici negozi al dettaglio che potranno beneficiare di clienti saranno bar, gelaterie e quelli che offrono qualcosa legato allo svago e complementari al momento di “distrazione” scelto dalla popolazione come paninoteche, ristoranti o altro, dove la gente può fermarsi per prolungare lo “stacco” dall’attività quotidiana.

Il centro storico, in alternativa potrà essere frequentato anche da altre persone se ci saranno alcune attività aggregative: circoli ricreativi, luoghi di tornei e gare, sede di associazioni, mostre e locali che offrano tipologie legate allo svago e tutto quello che non è routine, lavoro quotidiano o acquisti.

Il futuro del centro storico di Tortona (e non solo) sarà quello di diventare, in pratica, sede di manifestazioni ed essere frequentato solo quando ci saranno iniziative ad hoc.

Ecco perché certe tipologie di commercio, nel centro di Tortona e non soltanto qui, non hanno senso di esistere.

Angelo Bottiroli

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