Iniziamo con i requisiti per mantenere il punto nascite aperto: la Conferenza Unificata Stato-Regioni, atto n.137 richiamato nel precedente articolo, evidenzia la criticità dei “punti nascita con un numero di parti inferiori a 500, privi di una copertura di guardia medico-ostetrica, anestesiologica e medico-pediatrica attiva h24”.
Siamo nel 2012, l’organizzazione di Tortona prevede una guardia attiva (ovvero presenza in ospedale) notturna e diurna per ginecologi e anestesisti, solo diurna per i pediatri che comunque coprono in ogni caso le ore notturne in reperibilità su chiamata, come pure in reperibilità sono strumentisti, infermieri di sala, anestesista e ginecologo in seconda che si rendono necessari in caso di intervento urgente (taglio cesareo , secondamento chirurgico ecc…).
A Tortona l’assistenza materno infantile è sempre garantita con tutte le figure professionali necessarie, sia di giorno che di notte. Le figure che al momento non sono presenti arrivano in ospedale con una rapida e contemporanea attivazione e con la garanzia di avere sempre nell’immediato la presenza di un rianimatore per le rarissime (per fortuna) emergenze. In tutti gli altri casi, anche quelli con discreta urgenza, tutte le figure sono attivabili in breve tempo, senza rischi per il nascituro e per la mamma.
La figura del pediatra è richiesta in sala parto solo in alcuni casi “a rischio” quali possono essere parti operativi (cesarei), prematuri o in caso di segni di sofferenza fetale o patologie materno fetali che lo rendessero necessario. Nei parti a termine spontanei e senza fattori di rischio non è richiesta la presenza in sala del pediatra che valuta il bambino dopo il pelle a pelle con la mamma. In caso però che il neonato mostri segni di sofferenza anche nei parti fisiologici il pediatra viene chiamato in sala parto al bisogno, tenendo conto che comunque prima di lui può intervenire anche l’anestesista di guardia.
A Tortona manca solo la guardia attiva pediatrica, l’unica mancante degli 11 punti famosi analizzati dalla commissione che aveva confrontato Novi e Tortona, ma d’altronde all’epoca mancava anche a Novi… oltre a tutto il resto.
Nessuno, in cinque anni, ha dato una giustificazione a questa scelleratezza che va contro i principi stessi della conferenza Stato Regioni per assicurare un percorso nascita in sicurezza: perché scegliere la struttura valutata meno sicura da un pool di esperti? Anche un eventuale possibilismo su possibili migliorie da apportare al punto nascite di Novi Ligure è stato disatteso: in questi cinque anni nulla è cambiato da allora.
Tutt’oggi a Novi, come d’altronde in tutti gli ospedali, i pediatri sono passati da reperibili alla cosiddetta “guardia attiva”; restano in reperibilità l’anestesista e il ginecologo in seconda, gli strumentisti e gli infermieri di sala.
Cosa è cambiato allora? Poco o nulla.
L’assistenza Tortonese era già adeguata alle richieste e di buona qualità oltre che assicurata da una struttura dotata di strumentazione più che mai moderna e idonea (seppure in piccoli spazi). Il reparto di Pediatria di Tortona era definito dalla stessa ASL AL “un reparto all’avanguardia” per la “presenza di apparecchiature di nuova generazione”, che garantivano “un’alta qualità dell’assistenza dei bambini nati in questo ospedale ed un grado di sicurezza molto elevato”. (1)
Siamo sicuri che basti spostare tali macchine in un altro luogo fisico, per garantire la stessa sicurezza?
Annamaria Agosti
(1) http://www.aslal.it/Sezione.jsp?idSezione=2425
(continua….)