Il tutto mentre si avvicinano velocemente fine anno e termine mandato della Giunta Regionale.
Le promesse sventolate per quattro anni tornano nel cassetto, forse pronte per essere riciclate in campagna elettorale?
Sembrerebbe azzardato, se non pura fantascienza, pensare che potranno bastare delle nuove chimere, rese ancor meno credibili nell’allegorico contesto della campagna elettorale, dopo che in questi quattro anni sono stati propinati innumerevoli quanto inconsistenti proclami da parte dell’assessore regionale Saitta: il più recente in ordine di tempo recitava “Rassicuro che il reparto di riabilitazione all’ospedale di Tortona verrà realizzato, entro l’anno saranno affidati i lavori edilizi per il nuovo reparto per il quale la direzione dell’ASL AL ha predisposto un programma di assunzioni del personale su base triennale (2 medici, 10 infermieri, 8 fisioterapisti, 9 OSS, 1 logopedista), tenendo conto dei tempi necessari per completare i lavori e attrezzare i locali” (15 settembre 2016). (1)
A fine ottobre 2018, invece, nulla da segnalare sotto questo fronte. Dopo quattro anni dall’Acta est fabula, plaudite!, quando a contrappeso del declassamento dell’ospedale veniva prospettata la realizzazione di un reparto di Fisiatria all’avanguardia, Tortona e il tortonese continuano a reclamare a gran voce la concretizzazione delle promesse regionali.
Senza bisogno di tirare per la giacchetta nessuno, basta la semplice esposizione dei dati di ricovero per fotografare una situazione di pesante carenza nel comparto riabilitazione: a Tortona, secondo quanto ci risulta, circa 130 tortonesi hanno potuto fruire delle cure riabilitative presso le strutture presenti, insieme a poco meno di 100 novesi.
Gli altri? Costretti a recarsi fuori provincia, per trovare posto, disponibilità e risposte al proprio fabbisogno di salute.
Quanti? Se a Casale che conta 34 mila abitanti in 250 hanno usufruito della Fisiatria, Tortona e Novi che hanno una popolazione di 56.780 abitanti, in proporzione la richiesta dovrebbe essere di 414 ricoveri in Fisiatria. All’appello, quindi, mancano 194 persone costrette a recarsi altrove.
Naturalmente si tratta di cifre presunte e calcolate per difetto, perché molti malati “saltano” direttamente la visita a Tortona e la effettuano direttamente a Salice Terme, dove sono in cura da molti anni, per il numero effettivo dei malati è difficilmente quantificabile, ma si può tranquillamente ipotizzare che superi di gran lunga le 250-300 unità.
Tutto questo si somma ai disagi per i ricoverati e le famiglie, costrette magari a dividersi tra più strutture per assistere i propri congiunti nel decorso riabilitativo.
Una situazione, come detto, totalmente diversa rispetto a quella di Casale, dove su oltre 300 degenze di riabilitazione, 250 e più erano destinate a residenti, a copertura praticamente completa del fabbisogno del territorio.
Una disparità di trattamento non ammissibile all’interno della stessa ASL e della stessa Regione per la quale il tortonese pare essere, e destinato a rimanere, figlio di un Dio minore.
Non solo, ma quanto ha speso la Regione Piemonte per pagare i servizi di Fisiatria a Salice Terme, ad esempio, dove anche per chi va in Day Hospital usufruisce del servizio pasto, quando in meno di 20 minuti potrebbe ritornare a casa sua?
E anche questo a spese di tutti noi contribuenti….
Annamaria Agosti