L’offerta ospedaliera dell’Alessandrino è solo parzialmente soddisfacente rispetto ai fabbisogni di salute del territorio ed in provincia di Alessandria si registra una incidenza di morti per tumore e per demenza senile di molto superiore al dato nazionale: è quanto afferma l’ultima pubblicazione del BES, edizione annuale del Benessere Equo e Sostenibile nel fascicolo riguardante la provincia di Alessandria.(1)
La fotografia statistica che emerge dagli indicatori del BES permette di individuare punti di forza e enfatizza gli elementi di debolezza, i rischi e le opportunità di miglioramento delle realtà locali. Sono dati che dovrebbero rappresentare una risorsa fondamentale ai decisori pubblici per lo sviluppo delle politiche a livello territoriale.
Nell’Alessandrino, i tassi di mortalità per tumore tra la popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni superano notevolmente le rispettive medie dell’intero territorio nazionale e regionale, e non è detto che si tratti solo dell’obolo da pagare per l’amianto della Eternit. Elevato, inoltre, risulta il dato sulla mortalità correlata alla demenza senile (31,2 ogni 10.000 abitanti), più alto sia di quello regionale (29,2), che di quello nazionale (25,8), con una cronica carenza di strutture idonee ad offrire adeguata assistenza a tali patologie.
Anche gli altri indicatori di salute fotografano una situazione preoccupante. Sia il tasso di mortalità per incidenti di trasporto delle persone tra i 15 e i 34 anni, sia quello riguardante i suicidi superano i valori dell’intero territorio italiano e piemontese. In provincia di Alessandria si è esposti a maggiori rischi, sia per quanto riguarda le cause di mortalità potenzialmente evitabili, sia per tumore, sia per demenza tra le persone ultra65enni ed è elevato anche il tasso di mortalità per incidenti di trasporto: dato, quest’ultimo, che impone una riflessione riguardante la sicurezza della rete viaria e delle infrastrutture.
Il numero di morti ogni 100 incidenti stradali nella provincia di Alessandria (2,7%) risulta superiore sia al valore regionale (2,2%) che a quello nazionale (2%). Se da un lato non giova al bilancio la posizione baricentrica della provincia, attraversata da tre autostrade, il dato cala lievemente se si considerano le sole strade extraurbane, dove peraltro è registrata una mortalità che sebbene inferiore a quella regionale, rimane al di sopra di quella italiana.
L’offerta ospedaliera soddisfa solo in parte l’utenza alessandrina; infatti il dato relativo all’emigrazione ospedaliera in altra regione è notevolmente superiore ai territori di confronto: l’11,2% dei residenti in provincia di Alessandria migra in cerca di cure oltre il confine regionale, un valore più che doppio rispetto al Piemonte (5,4%) 6,3% nazionale. In tal senso ritorna nuovamente sotto esame la disposizione geografica della provincia, in particolare il Tortonese a ridosso della Lombardia e il Novese con la Liguria rappresentano fattori tali da imprimere tendenze centrifughe a queste aree di confine, dove oltretutto l’offerta sanitaria è stata duramente penalizzata dalle scelte torinocentriche ed autocelebrative operate dalla politica regionale.
Annamaria Agosti