A quasi 20 anni di stanza dall’incredibile successo del film “La Guerra dei roses” con Michael Douglas e Kathleen Turner la compagnia “La Pirandelliana” ha deciso di portare in scena, anche a Tortona, l’omonima trasposizione del film, basato sul romanzo “The War of the Roses” di Warren Adler del 1981.
Un impresa difficile confrontarsi con quello che può essere considerato un film cult degli anni novanta, eppure, i quattro attori protagonisti, (Ambra Angiolini e Matteo Cremon con Massimo Cagnina e Emanuela Guaiana) non solo ne sono stati all’altezza, ma hanno saputo dare un’impronta particolare alla storia.
La sceneggiatura è stata ovviamente adattata ai giorni nostri, sia nel linguaggio – piuttosto colorito ma mai scurrile – sia nell’uso della tecnologia, che 37 anni fa, cioé quando è stato scritto il romanzo, non esisteva.
Ne è uscita una commedia lunga (oltre due ore abbondanti) ma piacevolissima con un’interpretazione davvero sopra le righe e molto attuale dei due protagonisti.
Molto brava Ambra Angiolini nel mantenere una certa freddezza tipica delle donne e soltanto occasionalmente far esplodere la rabbia, ma a noi è piaciuto soprattutto Mattero Cremon: i gesti, la mimica e l’interpretazione del personaggio, a tratti ha raggiunto i livelli del migliore Michael Douglas.
Non solo, il Rose di Cremon è stato molto più “italiano” cioé meno freddo del protagonista americano. Un Rose umano, sentimentalmente shoccato quando si accorge che la moglie non lo ama più, con reazioni molto più “latine” e tipiche di quelle che potrebbe avere ognuno di noi di fronte a situazioni come questa.
All’altezza anche le interpretazioni dei due co-protagonisti, ma un plauso – oltre che al regista Filippo Dini, va alla scenografa Laura Benzi, che è riuscita a ricreare, in un palco dalle ristrette dimensioni come quello di Tortona, l’idea della immensa casa dei Roses.
Una commedia bella, a tratti brillante, ma alla fine drammatica, e ancora di grande attualità.
Non ne abbiano a male le femministe, ma anche a distanza di tanti anni, l’impressione è che la vittima sia sempre l’uomo, che rimane senza la donna che amava, convinto di averle fatto sempre del bene e ignaro, invece, di averla annullata ad una sua semplice ombra, priva di una sua personale identità.
Gli applausi alla fine dello spettacolo si sono sprecati: tante uscite sul palco e gli attori, euforici, che saltavano felici.
Il dopo-teatro, piacevole consuetudine tortonese, ha visto i protagonisti mischiarsi tra una folla incredibile di tortonesi, in quello che è stato il secondo spettacolo di una stagione di prosa da tutto esaurito e che promette ancora tante scintille.
Di seguito, in esclusiva, le immagini della serata.
Angelo Bottiroli