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4 Novembre 2018, Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, caserme aperte ad Alessandria e Acqui


Il 4 novembre ricorrono il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.

La data, che celebra la fine vittoriosa del 1° conflitto mondiale – la Grande Guerra, un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l’inizio del ‘90​0 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali – e commemora la firma dell’armistizio siglato il 4 novembre 1918 a Villa Giusti​ (Padova) con l’Impero austro-ungarico,[1] è anche il giorno della commemorazione dei caduti di tutte le guerre, del ringraziamento ai militari in servizio, in Italia e nelle missioni internazionali all’estero, di Festa per l’Unità Nazionale. Attualmente le Forze Armate sono impegnate in azioni strategiche volte alla gestione e soluzione di situazioni di crisi interne ed esterne al territorio nazionale. L’intenso impegno nel difficile processo di difesa della sicurezza e della pace in tante tormentate regioni del pianeta è riconosciuto a livello internazionale. L’Arma dei Carabinieri della provincia di Alessandria, oltre a partecipare, unitamente alle rappresentanze delle altre Forze Armate e di Polizia, alla cerimonia in programma nel Capoluogo, commemorerà la significativa ricorrenza aprendo alla cittadinanza le proprie Caserme di Alessandria e Acqui Terme. Con orario 9.30–12.00 e 15.00–17.00, sarà quindi possibile accedere ai suddetti Comandi, dove si potranno osservare da vicino mezzi e apparati tecnici in uso all’Arma dei Carabinieri e porre quesiti al personale che accompagnerà i visitatori. Presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri di Alessandria sarà inoltre possibile assistere alla proiezione di un documentario storico attinente la ricorrenza. Il Comando Provinciale Carabinieri di Alessandria intende ricordare questo giorno anche mediante il consueto allestimento di vetrine celebrative della ricorrenza presso gli esercizi commerciali: “Ferrari abbigliamento” (via dei Martiri, n. 32) e “Borsalino” (corso Roma n. 20), di Alessandria; la “Farmacia Centrale” (corso Italia n. 13) di Acqui Terme; “Leo 5 abbigliamento” (via Benvenuto Sangiorgio n. 15), di Casale Monferrato; “La Filottica” (via Girardengo n. 69), di Novi Ligure e “Ferrari abbigliamento” (via Emilia n. 245), di Tortona, nei quali sono stati esposti uniformi e oggetti istituzionali dal forte valore evocativo.

[1] Il Gen. Armando Diaz, comandante in capo delle Forze Armate, nel bollettino della Vittoria annunciava agli italiani: “La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915, e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta e asprissima per 41 mesi, è vinta (…) I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. Trento e Trieste erano ricongiunte all’Italia: Cesare Battisti, Fabio Filzi, Nazario Sauro vedevano compiuto il loro sogno e quello delle popolazioni italiane delle terre “irredente”. L’unificazione territoriale, politica e istituzionale dell’Italia era stata realizzata. Il prezzo pagato era stato altissimo: oltre 4 milioni di soldati mobilitati di cui 250.000 giovani appena diciottenni, 600.000 morti e 1.500.000 feriti, 400.000 civili che avevano abbandonato le proprie case sulla linea del fronte. Furono i combattenti e i reduci che con il sostegno delle comunità locali avviarono il culto della memoria dei commilitoni caduti con la costruzione dei primi monumenti e l’apposizione di lapidi commemorative. Il 4 novembre, nei giorni dedicati alle onoranze funebri in Italia come in tutta Europa, diventò così il giorno della commemorazione, della riconoscenza per il sacrificio dei propri figli, del popolo in armi che nel 1919 ricevette un riconoscimento politico con l’introduzione del suffragio universale maschile.

Dal 26 ottobre al 4 novembre 1921, l’intera Nazione accompagnò il treno che trasportava la salma del milite ignoto da Aquileia a Roma per essere tumulata all’altare della Patria, al Vittoriano, il monumento funebre di Vittorio Emanuele II, che da allora diventò l’epicentro delle solennità nazionali. Nel 1922, il 4 novembre venne proclamata solennità civile con la denominazione di Anniversario della Vittoria. Il fascismo stava trasformando la commemorazione dell’immane tragedia nella celebrazione della potenza militare. È nel 1949 che riassume il suo significato originario e la ricorrenza viene confermata nel calendario civile con la denominazione di Festa dell’Unità Nazionale. La Repubblica si fondava sulla memoria del Risorgimento e sull’idea della Grande Guerra come fattore ulteriore del processo di unificazione nazionale. Il Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi restituisce al patriottismo repubblicano l’orgoglio dei suoi simboli, la bandiera, l’inno, le solennità civili e ricongiunge la Festa dell’Unità Nazionale alla Giornata delle Forze Armate, collegandosi idealmente alla consegna da parte del Re Carlo Alberto della bandiera tricolore all’Esercito degli italiani, nella prima guerra d’indipendenza del 1848. Un legame, quello tra la Nazione e le Forze Armate, sancito nella Costituzione Repubblicana che, nel titolo IV Rapporti politici, all’art. 52 recita: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”.

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