Il grave episodio si è verificato nella notte tra sabato e domenica nei pressi del locale “George la nuit” di via Nino Bixio. Erano quasi le 5 del mattino quando due marittimi, uno spagnolo di 34 anni ed un sardo di 26 anni, sono stati brutalmente aggrediti per futili motivi ed il giovane iberico, subito portato in ospedale, a causa dei forti colpi subiti al volto ha riportato gravi lesioni interne che ne hanno causato lo stato comatoso.
In particolare, mentre i due giovani – piuttosto “allegri” dopo una serata trascorsa nei locali della movida sanremese – passeggiavano lungo la pista ciclabile, notavano una ragazza che chiacchierava, vicino ad una macchina, con un uomo seduto alla guida e le rivolgevano degli apprezzamenti, in un contesto apparentemente goliardico.
Allontanatisi però in direzione del porto antico, lo spagnolo veniva raggiunto dall’uomo prima seduto in auto, che in un primo momento lo aggrediva verbalmente, quindi passava alle vie di fatto, colpendolo ripetutamente al volto fino a farlo cadere al suolo incosciente.
Poi, con l’ausilio di una terza persona, nel frattempo sopraggiunta a dargli man forte, si rivolgeva al giovane originario della Sardegna, colpendo anche lui e causandogli lesioni giudicate guaribili in dieci giorni.
Al termine dell’aggressione, i due complici si allontanavano in direzioni diverse, facendo perdere le loro tracce, probabilmente tranquilli di non essere individuati, perché la zona non è coperta da telecamere e non vi erano molti testimoni.
Ma non avevano fatto i conti con la conoscenza del territorio e del tessuto criminale degli investigatori della Polizia di Stato: da subito i poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato cittadino, sulla base della descrizione fisica fornita dal giovane sardo, l’unico in grado di riferire circostanze utili all’indagine – posto che il suo amico era entrato in coma – restringevano la cerchia dei sospettati, sottoponendo al malcapitato degli album fotografici, subito predisposti dalla Polizia Scientifica, nei quali erano riprodotte, tra le altre, anche le fotografie degli aggressori.
Dagli identikit forniti, si riusciva ad individuare innanzitutto l’uomo che era sopraggiunto in un secondo momento, quindi anche l’autore (descritto come persona con un fisico assai prestante) delle gravissime lesioni inferte allo spagnolo e che si sarebbe poi allontanato con un’autovettura grigia dal luogo del delitto, incurante del fatto che la sua vittima era rimasta a terra priva di sensi.
La vittima, visionati gli album fotografici, non aveva esitazioni e riconosceva entrambi gli aggressori senza alcun dubbio.
Ma occorreva qualcosa in più per inchiodarli alle loro responsabilità. Gli investigatori si mettevano subito alla ricerca dei fuggitivi e ne trovavano subito uno, G.I., con precedenti di polizia, 34enne originario di Milano ma da anni stabilmente residente a Sanremo; quindi si dirigevano nel paesino in cui risultava risiedere l’altro sospettato, ROSSI Alain, 41enne sanremese, anch’egli con pregiudizi a carico.
Quest’ultimo non veniva rintracciato a casa sua, ma nei paraggi vi era un’autovettura compatibile con quella che il testimone aveva riferito esser stata utilizzata dall’aggressore per allontanarsi e che risultava intestata ad una società di autonoleggio; gli accertamenti subito effettuati consentivano di verificare che era stata noleggiata proprio dal ricercato.
Tutta l’attività d’indagine veniva da subito coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che, visionati gli elementi raccolti dagli investigatori, emetteva un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di ROSSI Alain, indagato con l’accusa di tentato omicidio – le condizioni cliniche del giovane spagnolo, purtroppo, sono stabili ma molto gravi – aggravato dai futili motivi.
I poliziotti, che già avevano denunciato a piede libero il suo complice, G.I., per le lesioni causate al sardo, si mettevano sulle tracce di ROSSI Alain e lo fermavano a Portosole, a bordo della sua autovettura e con un evidente ferita sulle nocche della mano con cui aveva brutalmente colpito la sua vittima. Prima di condurlo in carcere, veniva perquisita la sua casa, ove venivano trovati gli indumenti, ancora macchiati di sangue, indossati in occasione dell’aggressione.
Nel cortile dell’abitazione, inoltre, venivano rinvenute due piante di marijuana, ciascuna dell’altezza di circa 1,50 mt., ragione per la quale dovrà anche rispondere di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Il fermato è stato poi associato al carcere di Imperia, in attesa dell’udienza di convalida del fermo, fissata per la mattinata odierna.