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Dichiarazioni di “guerra” a Tortona, del Comitato antifascista e dell’Anpi contro Casapound. Forse è meglio smorzare i toni

Non ce vogliano i tanti tortonesi che conosciamo da anni e che stimiamo e che erano presenti ieri pomeriggio al presidio del Comitato Antifascista e dell’Anpi contro lì’inaugurazione della sede di Casapound, ma noi siamo giornalisti e non posiamo non riportare quello che è successo ieri pomeriggio.

Chi scrive aveva il nonno partigiano che è morto per la patria e la libertà, ed è legato profondamente ai valori della democrazia e del vivere civile, ma di fronte ad una manifestazione antifascista come quella di venerdì pomeriggio in via Carducci, non può esserci condivisione, perché a nostro avvisto è stata anacronistica rispetto alla realtà attuale e al mondo in cui viviamo.

Non tanto per i valori a cui si rifaceva la manifestazione contro Casapound, ma per i toni e il peso delle parole che sono state proferite da chi si è alternato al microfono.

Siamo rimasti shoccati dalle parole che abbiamo sentito e che sono state pronunciate da chi si professa portatore di valori  come libertà e democrazia.

Sentire la presidente Anpi di Tortona, Maria Grazia Milani che afferma che “Tortona deve dare una risposta alle iniziative oscurantistiche che si stanno instaurando la città” o Daniela Cauli del Comitato No Tav che dice “Non c’è bisogno di venirvi a spaccare la sede ma vi combatteremo ogni giorno, lo abbiamo fatto e lo rifaremo ancora.” o sentire centinaia di persone che gridano “Fuori i fascisti dalla città” dopo aver cantato “O bella ciao” ha riportato alla mente di tanta gente, paure ancestrali che in una società moderna e democratica, come è quella di oggi, non devono emergere.

Ma le parole di chi si è alternato al microfono sono continuate quasi si trattasse di combattere Mussolini redivivo: “Dobbiamo fermarli -ha detto Salvatore Corvaio del Laboratorio Perla Nera di Alessandria – perché poi potrebbe essere troppo tardi.“

Parole pesanti che sembrano vere e proprie dichiarazioni di guerra o istigazioni alla violenza di una diatriba finita quasi 80 anni fa che non può e non deve rinascere.

Il fascismo è morto da tempo e noi crediamo sia giunta l’ora di far morire anche una certa forma di Comunismo estremista che – come il Fascismo – non ha più ragione di esistere nella società attuale, ma che invece sembra essere riemerso, in tutta la sua virulenza, nelle parole pronunciate durante la manifestazione antifascista di venerdì.

I morti dell’Olocausto e delle Foibe dimostrano che ogni forma di estremismo, sia di Destra che di Sinistra, è contraria alla Libertà e alla Democrazia.

Non vogliamo più vedere una Tortona militarizzata com’è accaduto venerdì: le idee si combattono con le idee e non con la violenza.

Elisa, la giovane con tanto sale in zucca

E forse, l’unica persona che, pur con idee chiaramente di sinistra lo ha capito, fra gli oltre 150 manifestanti presenti al presidio antifascista di Venerdì, è stata Elisa, una giovane ragazza poco più che ventenne che i fatti storici li ha letti solo sui libri.

La giovane si è presentata timidamente al microfono, ma senza paura ha fatto valere le sue idee: “Casapound – ha detto ai presenti – si ispira al fascismo, ma io invito tutti a non usare il loro linguaggio violento perché dobbiamo combatterli con la cultura. Soltanto così potremo avere la speranza di vincere.”

Vent’anni e tanto sale in zucca.

Probabilmente, se fosse dipeso da lei, quel presidio e l’assurda militarizzazione di una città ostaggio della Polizia per diverse ore, non sarebbero mai avvenuti.

 

Angelo Bottiroli 



 

 

 

 

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