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Tortona elezioni comunali 2019: basta promesse da marinaio, ecco come vincere la competizione a mani basse

Se il centrodestra vuole veramente fare veramente qualcosa e “tirare fuori gli attributi”, è il momento di farlo. Ha un presidente della Provincia di Alessandria del centro destra, e un Ministro dell’Interno leghista. Ora o mai più. Per la sanità, a Tortona, si può giocare una partita vera.

Anche il centrosinistra però può farlo e chi dei due riuscirà nell’impresa, probabilmente vincerà le prossime elezioni comunali in programma nel 2019 a mani basse.

Dopo le promesse di pullman in direzione Torino per protestare verso il minacciato depauperamento del “fu” ospedale (con una spogliazione che è invece proseguita in maniera assolutamente indisturbata), dopo lo sdegno di tutti i politici verso una Regione matrigna che ha palesemente penalizzato l’eccellenza Tortonese a vantaggio di Novi Ligure (indignazione di massa che non ha portato a esiti apprezzabili e di tempo ne è passato) è il momento di passare all’azione. Ora e adesso.

Nel 2019 ci saranno le elezioni amministrative a Tortona. Alle forze politiche che ambiscono a governare Tortona non basterà promettere in campagna elettorale “di fare il possibile per salvaguardare il territorio e la salute dei cittadini”. I cittadini, con le promesse in campagna elettorale, si sono già trovati infinocchiati, più o meno da tutti. Vincerà chi farà qualcosa per la salute dei cittadini, e questo qualcosa ha un solo, unico significato. Passare in Lombardia.

Ci è sempre stato detto che è una procedura lunga, che non si può fare perché Tortona non è geograficamente confinante con la Lombardia, che si sarebbe dovuto concordare con i Comuni confinanti una strategia condivisa, tante belle parole. E nessun fatto.

Invece, in barba a tutti i disfattisti, il procedimento è estremamente semplice, lineare, snello e soprattutto tempestivo. Basterebbe chiedere di passare in Lombardia come Provincia.

La provincia del Verbano Cusio Ossola sta per ottenerla, e l’iter burocratico è iniziato nel 2017 con la raccolta di oltre 5.200 firme tra una popolazione che ne conta cira 160mila, a cui è seguita il 3 maggio scorso la delibera di approvazione unanime da parte del consiglio provinciale. Ottenuto senza intoppi anche il sì della Cassazione, il 21 ottobre prossimo si svolgerà il referendum popolare per sancire il distacco dalla regione Piemonte e l’aggregazione alla regione Lombardia. Per la prima volta, un referendum di questo tipo interesserà un’intera provincia. La data del referendum consultivo è stata deliberata dal consiglio dei ministri della settimana scorsa, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini, a norma dell’articolo 132, secondo comma, della Costituzione, che recita:

Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra.

Poco prima di Natale erano state consegnate 5.228 firme valide e certificate al presidente della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Stefano Costa.  Lo statuto provinciale del VCO prevede infatti che per chiedere un referendum di iniziativa popolare siano almeno 5 mila le firme a sostegno, raccolte in comuni che rappresentano almeno un terzo della provincia e il traguardo è stato raggiunto con ampio margine di anticipo, sintomatico del desiderio popolare di staccarsi da una Regione che, sotto la guida Chiamparino, ha penalizzato tutto ciò che non era “Torinocentrico”.

La forza politica che darà voce al pensiero dei Tortonesi, a coloro che sono convinti che «Torino non ci ha mai considerati», oppure «ci sentiamo lombardi e non piemontesi», è destinata a vincere a mani basse nel prossimo turno elettorale del 2019. Però deve arrivare a quella data con l’iter già avviato e le firme depositate, se no si corre il rischio che siano, e rimangano, le solite chiacchiere pre-elettorali.

I lettori svegli e intelligenti che hanno già compreso ci perdonino per le parole che seguono che non sono certo per loro, ma non sappiamo se si è capito che questo è un articolo particolare, serio ma non solo e con diversi riferimenti: a chi c’era prima e non ha fatto, a chi c’è oggi e potrebbe fare ma non fa, e a chi forse ci sarà domani e probabilmente continuerà a non fare…..

Noi speriamo, con questo articolo, di indurli almeno a pensare, anche se sarà molto difficile…….. 

 

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