Anno 2018: i migranti sbarcano in Italia in ogni dove e vengono assistiti dallo Stato e dalle Cooperative che forniscono loro una casa, con acqua calda, cibi, vestiti e in certi casi anche una scheda telefonica prepagata e almeno e 2 euro al giorno per le loro spese personali.
Anno 2018: a Imperia, in questa casa in via Nazionale 243 dichiarata inagibile e inabitabile dai tecnici dello stesso Comune di Imperia, vivono due italiani di cui uno di 61 anni in condizioni igieniche critiche e in situazione di grave pericolo per l’incolumità pubblica.
La casa, secondo quanto emerso, ha il soffitto puntellato in cucina, poi si sono ponteggi in diverse stanze della casa, é senza acqua e senza energia elettrica.
L’uomo che si trova all’interno e che a quanto pare ospita sistematicamente anche altri italiani, tiene la spazzatura dentro l’abitazione e vive in condizioni igiene preoccupanti.
Una situazione incredibile e inaccettabile, di cui il Comune, che ha dichiarato appunto l’inagibilità dell’edificio, è perfettamente a conoscenza, ma stranamente non interviene.
A lanciare l’allarme su una situazione che si protrae ormai da tre anni e mezzo, senza che nessuno degli organi preposti, a quanto pare muova un dito, è la stessa proprietaria dell’immobile, che ormai esasperata dall’inefficienza di chi dovrebbe intervenire e non lo fa, ha deciso di rendere pubblica la vicenda.
A parlare è Patrizia Pugni proprietaria dell’edificio, all’interno del quale vive un suo parente, con il quale ovviamente la donna non ha un rapporto certo idilliaco, che spiega, come ormai da tre anni e mezzo, dopo aver interessato ogni soggetto pubblico nessuno sia ancora intervenuto.
“La casa, di cui sono la proprietaria – dice – è stata dichiarata inagibile e inabitabile dal Comune di Imperia e non mi spiego come un Comune possa consentire a delle persone di viverci dentro ed avere qui la residenza, perché la persona che abita all’interno ha, a tutti gli effetti, la residenza lì, in via Nazionale 243 a Imperia che a quanto pare è regolarmente registrata negli uffici dell’anagrafe comunale. Da oltre tre anni ho fatto presente la situazione all’Asl, al Comune, ai Vigili Urbani, ho fatto segnalazioni a tutti quelli che dovrebbero essere gli organi preposti affinché possano intervenire e allontanare le persone da quell’edificio pericolante privo di acqua ed energia elettrica, ma non c’è stato nulla da fare.”
L’uomo di 61 anni che vi abita all’interno, non avendo altro luogo in cui andare, ovviamente non intende spostarsi, ma in casi come questi, è il Comune che deve intervenire: lo si obbliga ad abbandonare l’edificio, si mettono i sigilli e come capita in tutti i Comuni che si preoccupano dei loro abitanti, gli si fornisce una sistemazione provvisoria in una di quelle case che ogni dispone in casi di “emergenza sociale” come questo. Il tutto, ovviamente, a condizione che i Servizi sociali del Comune o in alternativa il Servzio Socio assistenziale intercomunale, siano stati debitamente informati.
“Ma è ovvio che da anni ho informato anche i servizi sociali del Comune – aggiunge Patrizia Pugni – mi sono rivolta anche agli assistenti sociali del Comune di Imperia affinché si occupino delle persone che vivono all’interno perché è veramente vergognoso lasciare che ci siano delle persone, e in questo caso cittadini italiani, nati e vissuti in Italia, che vivono in simili condizioni, ma la situazione non si è sbloccata ed è rimasta così da anni.”
“Ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità – conclude la proprietaria della casa – oltre un mese fa ho anche chiesto un incontro al neo Sindaco Scajola, ma non ho avuto udienza. Finora non c’è stato alcun intervento a soluzione del problema. La situazione è così da anni: se cade la casa e qualcuno muore a rispondere sono io. E’ giusto tutto questo?”