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La Polizia di Casale Monferrato salva un 40enne che voleva suicidarsi gettandosi nel Po

Il 5 luglio scorso, alle ore 22.30, la centrale operativa  del Commissariato di P.S. di Casale Monferrato riceveva una segnalazione, da parte di un uomo che manifestava la volontà di suicidarsi gettandosi nel fiume Po, interrompendo subito dopo la chiamata.

L’operatore tentava invano di ricontattare l’utenza richiedente che risultava funzionante ma senza ricevere alcuna risposta.

Per tale motivo venivano immediatamente allertate le pattuglie delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco cittadini, segnalando il luogo in cui poteva trovarsi il soggetto da soccorrere, corrispondente ad un’area piuttosto ampia, così come da localizzazione della cella agganciata dall’utenza nel corso della richiesta di aiuto.

I poliziotti effettuavano una celere verifica delle sponde del Po, nella zona adiacente ai ponti fluviali stradale e ferroviario e a quel punto notavano, già diversi metri all’interno del fiume, una persona, successivamente identificata per L.M. di anni 40, cittadino italiano, che stava immobile con lo sguardo rivolto verso il largo.

A nulla valevano i tentativi di comunicare con lo stesso da parte degli operatori, in quanto l’uomo non rispondeva alle sollecitazioni. Stante la pericolosità della situazione e preoccupati per la sua incolumità, i poliziotti, con l’ausilio dei vigili del fuoco sopraggiunti su loro richiesta, formavano una “catena umana” per raggiungere il soggetto.

Una volta assicurata, la persona opponeva una forte resistenza al recupero palesando anche uno stato di agitazione psicofisica;  le operazioni di salvataggio si protraevano per qualche minuto, dovendosi fra l’altro evitare un’azione troppo incisiva che avrebbe potuto spaventare il soggetto con il rischio di farlo cadere fra i flutti.

Riportato a riva l’uomo veniva affidato alle cure del personale sanitario di cui era richiesto l’intervento tramite la S.O. della Polizia di Stato. Grazie al repentino intervento degli operanti il medesimo non riportava lesioni e dopo essere stato visitato dal personale medico del locale Ospedale, veniva dimesso.

Non risultava possibile chiarire i motivi per i quali L.M. aveva tentato di compiere il gesto anticonservativo.

 

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