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Il fermo pesca in Liguria arriverà ad Ottobre

Il tanto temuto fermo pesca, provvedimento che blocca le attività dei pescherecci e che è partito oggi sul mar Adriatico, raggiungerà il Mar Ligure, dal primo al 30 di ottobre.


Lo rende noto Coldiretti Impresapesca sottolineando la pericolosità dello stop che ogni anno viene dato ai grandi pescherecci che effettuano pesca a strascico, fermo che aumenta il rischio per il consumatore, di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. Coldiretti Impresapesca ha più volte chiesto una radicale modifica di questo strumento di gestione, che non risponde da tempo alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse, nei 33 anni di fermo pesca, è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi.

Cessazione di attività e importazioni di più di 2 pesci su 3 sono i risultati più allarmanti del fermo che colpisce a rotazione tutte le regioni marittime d’Italia, compresa  la Liguria; tuttavia nella nostra regione circa l’80% delle imprese ittiche svolge attività di piccola pesca, quindi non soggette al fermo, che riescono in parte a soddisfare, per il periodo in questione, la domanda del mercato.

“Toccando il periodo autunnale – affermano la Responsabile di Coldiretti Impresapesca Liguria,Daniela Borriello e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – il fermo pesca in Liguria limiterà la presenza del pescato ligure sui banchi ad alcuni tipi di pesce, quali ad esempio  i  “pesci da zuppa”, come naselli e scorfani, o tutti i pesci catturati dalle reti da posta, nonché le acciughe, finché ci saranno nel nostro mare.  È un duro colpo per il mercato locale, ma essendoci una forte presenza di imprese che svolgono attività di piccola pesca si invitano i consumatori a rivolgersi, per i propri acquisti, ai punti di vendita diretta dei pescatori e ai mercati ittici di Campagna Amica dove, grazie alla riduzione al massimo della filiera,  è possibile trovare sempre pesce di stagione interamente a miglio zero. In caso questo non fosse possibile, per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo si consiglia di verificare sempre sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

Come coldiretti Liguria – concludono Boriello e Rivarossa – abbiamo richiesto di accelerare l’introduzione del marchio ed etichettatura del pescato locale, per tracciare la provenienza del prodotto e garantire ulteriormente il “Made in Liguria”, in modo da  qualificare e valorizzare uno dei settori di punta dell’economia della nostra regione”.

 

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