Sarà pure stato un caso, ma al mattino alle 10 (dopo lo faranno anche altri giornali) pubblichiamo lo sfogo di Sabrina Patrucco e nella stessa giornata arriva il dissequestro.
Coincidenze, oppure quando una vicenda finisce di dominio pubblico forse gode di maggiori “attenzioni? “.
Probabilmente non riusciremo mai a saperlo, ma fatto sta che la vicenda del Roseto Patrucco di Diano Castello, alla periferia di Diano Marina è stata in parte risolta, anche la titolare, molto soddisfatta da una parte, non nasconde l’amarezza dall’altra perché se l’attività agricola del roseto e dello spaccio è stata riaperta, non si può dire lo stesso per quella della sosta dei camper, che rimane interdetta.
“Abbiamo avuto l’impressione – dice la titolare dell’attività, Sabrina Patrucco – che forse si voleva far chiudere un’attività che ha la ‘grave colpa’ di aver effettuato delle innovazioni, rispettando – secondo noi – tutte le norme previste per le AZIENDE AGRICOLE e comunicando per iscritto le nostre intenzioni alle autorità generando in questo modo vantaggi anche per la comunità locale, offrendo un servizio adeguato ai visitatori e tutelando la Vera Natura del territorio, della sua immagine, dei suoi prodotti, della storia.”
“L’azienda Patrucco – continua la titolare – è nata 72 anni fa nel 1946, è conosciuta in tutto il modo, crea e seleziona le migliori varietà di Rose. Oggi, uno dei nostri principali impegni é quello di tutelare e promuovere la Natura, la cultura , i prodotti tipici a Km 0, le arti e i mestieri del proprio territorio per “vivere” e “godere” l’autentica della “Riviera dei Fiori” Non potrò mai dimenticare quanto subito ingiustamente e anche soprattutto di avermi impedito di prendermi cura delle mie Rose e di avermi bloccato un’azienda intera!”
Ma andiamo con ordine, partendo dall’ultimo atto:.
Il Tribunale di Imperia riunito in Camera di Consiglio composto dal Presidente Dott.ssa Laura Russo, Giudice relatore Dott. Massimiliano Botti e del Giudice Dott.ssa Marta Maria Bossi, infatti, ha accolto in data 03/07/2018 e notificato il 04/07/2018 il riesame formulato da Sabrina Patrucco, Sergio Patrucco e Gabriella Glorio e revoca il decreto di sequestro preventivo pronunciato dal G.I.P presso il Tribunale di Imperia in data 08/05/2017 disponendo l’immediata restituzione ai ricorrenti dei beni e delle strutture sottoposte a sequestro.
“Nessuna lottizzazione – aggiunge Sabrina Patrucco – la trasformazione da area agricola a “campeggio” è avvenuta fra il 2005 e il 2012 e che, da allora la struttura è stata stabilmente utilizzata per il ricovero di camper. Il difetto del periculum in mora, oltre alla prescrizione del reato urbanistico e alla mancanza di quelli ambientali conducono all’accoglimento del riesame e alla revoca del sequestro preventivo. Di fatto il sequestro preventivo non poteva essere disposto in quanto non sussistevano gli elementi per giustificare l’applicazione dell’azione penale e quindi della misura cautelare applicata.”
Come annunciato sopra il dissequestro ha portato alla riapertura del Roseto e dello spaccio aziendale, ma è stata vietata l’accoglienza del turismo itinerante.
“La nostra formula di ospitalità, che non ci siamo certo inventati – speiga la titolare del Roseto – è applicata in tutte le Regioni d’Italia da oltre 500 aziende agricole (‘Green Stop 24’, ‘Fattore Amico&rsquo?ed in tutta Europa da migliaia di aziende agricole (‘France Passion’, ‘Landvergnügen’, ‘Brit Stops’, España Discovery Autocaravanas’, ‘Swiss Terroir&rsquo?tutte associazioni confederate nella federazione europea “Fédération Européenne de la Formule Invitations” (www.fefi.eu), da oltre 20 anni. Nonostante questa realtà e, preso atto che in questo scenario la Regione Liguria non riconoscerebbe come legittima questa forma di accoglienza, da subito ci siamo attivati per adeguarci alle norme regionali in materia di ricettività turistica impiegando tutta la nostra buona volontà ed attenzione nel seguire tutti gli iter e le procedure per ‘regolarizzare’ l’attività così come ci è stata contestata.”
Ora parte dell’attività è ripresa, ma accanto alla soddisfazione per la riapertura – almeno – del roseto, la dianese esprime una forte delusione
“Da questa esperienza – conclude Sabrina Patrucco – ho imparato che non serve collaborare con le amministrazioni, per ottemperare a tutte le richieste di adeguamento che ci sono state fatte, perché manca professionalità, competenza e conoscenza di tempi e procedure (addirittura si parla di anni). E, cosa più importante, ho imparato a non credere più a nessuno neanche quando ti parlano guardandoti negli occhi. Sono 72 anni che la mia famiglia ed io combattiamo e ho capito che la nostra. colpa è che continuiamo a lavorare nonostante tutto. A quanto pare, questo in Italia non va bene ed è visto come il peggiore dei crimini.”
Ad aiutare Sabrina a superare tutta questa triste vicenda e continuare ad andare avanti, però, per sua stessa ammissione è stata solo una cosa: la famiglia.
La famiglia che le ha dato una grandissima forza, che nessuno potrà mai scalfire.