Nonostante Cr7 e le furie rosse sala piena al convegno di Alessandria sulla sanità e i progetti di chiusura o ridimensionamento delle rete ospedaliera alessandrina, organizzato dal Movimento Nazionale per la Sovranità che si è tenuto ieri sera.
Oltre gli interventi dei relatori segnaliamo i contributi del consigliere regionale Luca Rossi e del responsabile regionale della sanità della Lega Stecco oltre a quelli del responsabile regionale medici dell’Ugl, Garavelli ,a quello dei sindacalisti del comparto infermieristico Alberto Accordi e Moreno Maraffa.
All’incontro era presente anche il segretario dell’Ordine dei Medici Antonio Maconi e il rappresentante di Direzione Italia Fabrizio Priano.
Il compito di introdurre la serata è stato affidato a Daniele Carbone, segretario provinciale Mns. Ha preso la parola anche Pier Paolo Guazzotti, consigliere comunale di Alessandria che ha segnalato come nel progetto IRES sul futuro della rete sanitaria alessandrina manchi ogni riferimento alle necessità della dignità e della umanizzazione dei pazienti in particolare dei ceti più disagiati.
Applaudito l’intervento del responsabile politico del Movimento Nazionale per la Sovranità Marco Botta che ha ripercorso il cammino compiuto dal movimento nell’ultimo anno nell’impegno per una sanità migliore e più equa , ricordando la battaglia contro l’unificazione di Aso Asl e sottolineando i danni della delibera regionale n. 1/600 mitigati solo dal sacrificio costante ed eroico di medici e personale infermieristico oggi ridotti allo stremo.
Infine ha preso la parola il relatore principale Gian Luca Vignale presidente del gruppo regionale del MNS in prima linea nell’opposizione al malgoverno regionale di centro sinistra. Con una ventina di slides esplicative Vignale ha sottolineato come un istituto di ricerche super partes come l’Ires abbia certificato il fallimento della gestione sanitaria di Chiamparino e Saitta, mettendo nero su bianco l’eccessiva e insostenibile riduzione dei posti letto, l’aumento della mobilità passiva e la totale assenza di investimenti nel settore tecnologico.