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Pietro Carbone di Pontecurone era scampato ai campi di concentramento, adesso è stato premiato dal Prefetto

Una festa della Repubblica indimenticabile il 2 giugno 2018, un giorno speciale anche per Pontecurone, il paese di Pietro Carbone.

Infatti, attraverso il riconoscimento  concesso dallo Stato a Pietro Carbone in Prefettura ad Alessandria, alla presenza del Prefetto Romilda Tafuri, del vice Sindaco di Pontecurone Paolo Zenevre e dal Vescovo di Tortona Vittorio Viola (tutti nella foto), si è celebrato il ricordo di tutti coloro che per la libertà del nostro Paese si sono spesi in prima persona, con coraggio estremo,  eroico, nel combattere e nel resistere contro i soprusi,  nello sprezzo del pericolo, nell’amore per la Patria.

Tanti hanno sacrificato la loro vita tra il 1940 e il 1945 e tanti non ce l’hanno fatta nei campi di prigionia o di sterminio, altri sono sopravvissuti e hanno condotto la loro esistenza nella consapevolezza di aver contribuito in prima persona a rendere libera l’Italia.

Paolo Pietro Carbone, di Pontecurone, è uno dei 650.000 militari italiani che, arrestato dai tedeschi dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943, passò venti mesi nel campo di concentramento di Hemer in Westfalia, condannato ai lavori forzati nelle industrie belliche della Germania Nazista.

Pietro è un I.M.I. vale a dire vale uno che ha fatto la resistenza dietro il filo spinato.  Pietro Carbone, ricevendo la medaglia d’onore, ha glorificato la vita di tutti quei nostri padri che hanno lottato perché noi oggi fossimo liberi.

I Pontecuronesi sono veramente onorati di averlo come concittadino e potergli augurare ancora anni di vita piena e serena.

                                                                                                      Maria Luisa Ricotti



 

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